Il giorno in cui l'auto si prenderà cura di noi

IL COMMENTO DI TARCISIO BULLO
Tarcisio Bullo
Tarcisio Bullo
15.03.2018 06:00

di TARCISIO BULLO - Geneva, caput mundi. È lì, nella città di Calvino, che annualmente nel corso dei primi giorni di marzo si celebra uno dei momenti più attesi e sentiti legati all'evoluzione del mondo dell'automobile. Sviluppate e centrifugate nei centri di ricerca dei grandi marchi automobilistici, le nuove tendenze in fatto di mobilità prima di trovare uno sbocco sul mercato vengono proposte al pubblico nel corso di grandi fiere come il Salone dell'Auto, anch'esso destinato, come tutti noi, a fare i conti con la rivoluzione digitale. Eccolo il nocciolo della questione, il passaggio cruciale che rivoluzionerà il nostro modo di muoverci ben prima di quanto possiamo immaginare e ben oltre la possibilità, già reale, di riservare alberghi, ristoranti o voli tramite smartphone. Chi afferma che sarà l'avvento del motore elettrico a ridefinire i concetti della nostra mobilità dice soltanto una mezza verità. Perché il motore elettrico non è una novità per i produttori di auto: agli inizi del '900, oltre un terzo delle automobili che circolavano a New York, Boston, Chicago e in altre importanti città americane era mosso dall'energia elettrica. Poi potenti industrie, grazie a massicci investimenti nel settore petrolifero, spostarono gli equilibri fino a praticamente sopprimere la resistenza delle aziende che puntavano sul motore elettrico.

Perché, dunque, questo tipo di propulsore, a un secolo di distanza, sta per prendersi la sua bella rivincita? Poiché stando alla maggior parte degli esperti, al di là delle ragioni che impongono un sempre maggior rispetto ambientale che l'energia fossile non consente, è la miglior scorciatoia possibile verso un completo passaggio alla digitalizzazione dell'automobile, che ormai sta per divenire un oggetto costantemente connesso col mondo e, grazie alla guida autonoma, avrà una libertà di manovra della quale oggi fatichiamo ancora a intravedere i confini. La premessa è che indietro non si torna e la politica dovrà, come sempre con ritardo, fare la sua parte adeguandosi al nuovo che avanza. Per la maggior parte delle case automobilistiche il futuro è già adesso: l'auto a guida autonoma non è un progetto, ma una realtà che soltanto il mancato aggiornamento della legislazione costringe a restare in garage. La mobilità e le città del futuro sono pensate da task force composte da cervelloni che nella maggior parte dei casi non si dedicano allo sviluppo dell'automobile, ma studiano le tendenze frugando nei big data (le «tracce» che noi offriamo gratis a una moltitudine di aziende utilizzando ogni giorno i social e il telefonino), nei brevetti e in tutti gli studi scientifici pubblicati dalle migliori università del mondo.

Una di queste task force porta il nome di Volkswagen Group Reserach e non è composta da ingegneri, ma da biologi, filosofi, sociologi e ricercatori vari. È stato uno di questi «guru», Wolfgang Müller-Pietralla, a rivelarci questo mondo sommerso, che consegna ai progettisti della casa le proprie conclusioni, il foglio di partenza, non completamente bianco, sul quale disegnare l'auto del futuro. Che sarà a guida autonoma, dotata di intelligenza artificiale, cioè della capacità di apprendere dall'esperienza e correggere i suoi eventuali errori. Sì, avete capito bene: salirete a bordo di un'auto che si muoverà da sola e magari sotto un diluvio commetterà qualche errore di guida, ma sarà in grado di correggerlo nel giro di un paio di temporali grazie a potenti algoritmi. Sarà un'auto che non vi servirà più in proprietà, ma solo in caso di necessità, non verrà più pensata per suscitare l'invidia del vicino di casa e comunicare al mondo il vostro status symbol. Quando l'avrete a disposizione, dalla vostra abitazione sarà in grado di ricevere energia elettrica nei momenti in cui costerà meno, la potrà immagazzinare in potenti batterie e, se fosse necessario, persino restituire.

Col telefonino vi abbonerete ad un servizio di noleggio: quando vi servirà la chiamerete a casa con un codice e nel giro di qualche minuto sarà sul piazzale. Le indicherete dove bisogna andare, quali commissioni dovrete fare e lei, interconnessa col mondo, vi porterà dal medico e in seguito andrà a posteggiare in uno stallo libero che individuerà grazie alla connessione internet sempre presente. Poi, servizievole, elaborerà il resto del percorso sulla base delle indicazioni che le darete o riceverà direttamente dal vostro frigorifero che comunica con lei: mancano latte, uova e yogurt? Nessun problema, in un attimo ecco i punti di rifornimento possibili indicati sul display, con tanto di prezzo e specifiche del produttore. Basterà scegliere, comunicarlo alla vostra auto-robot e passare dal supermercato a ritirare la merce già pronta.
Sembra tutto bello, perfetto. C'è solo da sperare che nessuno degli algoritmi di cui è dotata l'auto si prenda una cotta per le gare di Formula E: immaginatevi un po' cosa potrebbe succedere se l'intelligenza artificiale facesse i capricci, mettendosi in testa di imitare i piloti di quei bolidi...

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