Plurilingua

Il libro come il cucchiaio

Da ormai ventiquattro anni la settimana della lingua italiana nel mondo si presenta puntuale durante il mese di ottobre
Alessio Petralli
Alessio Petralli
19.10.2024 06:00

Da ormai ventiquattro anni la settimana della lingua italiana nel mondo si presenta puntuale durante il mese di ottobre. E, diciamolo subito, quest’anno offre agli amanti della nostra lingua la succulenta possibilità di scaricare gratuitamente dalla rete (fino al 20 Ottobre) un libro di valore di più di cinquecento pagine. Si tratta di L’italiano e il libro: il mondo fra le righe, curato da par suo da un linguista esperto quale Rosario Coluccia, che oltre a una lunga attività scientifica di prim’ordine è anche un eccellente divulgatore di cose linguistiche. Ricordiamo a questo proposito alcuni suoi densi articoli domenicali sul «Nuovo Quotidiano di Puglia» e in particolare una accorata difesa e promozione della lingua italiana rispetto all’invadenza di quello che in un titolo veniva definito «inglesorum». «Le parole oneste sono l’antidoto» sostiene Coluccia in questo articolo, precisando subito che «l’equivalente italiano spesso c’è» e che «la vera strada è il plurilinguismo non l’addio alle nostre parole». 

Originale questo concetto di «parola onesta», che rimanda all’impegno dei francesi i quali notoriamente usano con molta più parsimonia le parole straniere (e lo stesso vale per gli spagnoli), specialmente poiché esiste spesso «un honnête mot français» a disposizione di chi si preoccupa della chiarezza del proprio eloquio e della salute del proprio idioma. 

L’idea di istituire questa ricorrente settimana della lingua italiana nel mondo venne agli inizi di questo secolo a Francesco Sabatini, linguista autorevolissimo e famosissimo anche grazie alle sue numerose apparizioni televisive, oltre che in quanto Presidente onorario dell’Accademia della Crusca. E così ogni anno, in relazione ai più svariati temi, la lingua italiana si fa conoscere nel mondo. Il tema di quest’anno, dedicato al libro, incontra pure una concomitanza favorevole con la presenza dell’Italia quale ospite d’onore alla Fiera del Libro di Francoforte. La Buchmesse è la più grande fiera del libro al mondo, quest’anno con più di quattromila espositori provenienti da un centinaio di nazioni. 

Coluccia si è consultato con Sabatini e con il Consiglio Direttivo della Crusca, capitanato da Paolo D’Achille, quando si è trattato di impostare la struttura di un libro così importante e corposo. Basterà qui, per invitare alla lettura, rimandare ai temi affrontati, oltre che ai nomi degli specialisti arruolati nelle varie sezioni del volume. Ci limitiamo a citare qui la presenza di due ulteriori Presidenti onorari dell’Accademia della Crusca: Nicoletta Maraschio e Claudio Marazzini. Nella prima sezione, Apprendere la lingua, si riflette sui mezzi di propagazione della lingua (dalle parole di carta alle parole trasmesse, fino al profluvio di parole digitate dei nostri giorni), mentre per la seconda sezione, I cardini e le svolte, veniamo condotti fino all’odierna forma-libro, partendo da supporti rudimentali come le pareti di una grotta e arrivando all’avvento della stampa dopo essere passati ad esempio dalla pergamena. Un omaggio al libro cartaceo che oggi resiste e che, seppur messo in difficoltà dai nuovi media, rimane ineliminabile nella sua «perfezione» (un po’ come il cucchiaio, ricordando un’efficace similitudine di Umberto Eco).La terza sezione, La ricchezza dello scrivere, ci ricorda che il fascino della scrittura non tocca solo i «piani alti» della società, ma coinvolge ad esempio anche «i libri di chi scrive per sé (…) forma speciale di magazzini della memoria» (Lorenzo Tomasin). La quarta sezione, Le biblioteche dei grandi, va da Dante che, «esule e girovago per oltre due decenni» non riesce ad avere una vera e propria biblioteca personale (Roberto Antonelli) per approdare ai cinquemila volumi del Manzoni (Silvia Morgana), dopo essere passati dalle biblioteche di Petrarca, di Boccaccio, di Leonardo e di Pietro Bembo.

La ricca introduzione di Rosario Coluccia, tutt’altro che un «pallido elenco» così come la definisce con eccessiva modestia il curatore, fa venire una gran voglia di immergersi a fondo nelle cinquecento pagine di questo libro prezioso. «La lingua italiana, grazie ai libri, si diffonde nel mondo e, attraverso i libri, può arrivare a esprimere il mondo». Questo volume ne è una testimonianza tangibile di cui approfittare senza indugio.