Parole chiare

Il neologismo e la Catalogna

La rubrica del direttore Fabio Pontiggia
Fabio Pontiggia
Fabio Pontiggia
24.10.2019 06:00

Dopo che l’Accademia della Crusca ha sdoganato un neologismo come “petaloso” possiamo tutti osare qualcosa. Con coraggio accompagnato da parsimonia, che è un principio sempre da osservare nella lingua di Dante (utilizzare, importare o inventare solo ciò che è necessario). Se poi altri idiomi hanno già tracciato la strada, il percorso diventa anche più agevole. Nell’era delle reti sociali, si sa, le teorie cospirazioniste dilagano. La banalità del reale piace poco, la casualità degli umani accadimenti ancor meno. La fantasia preferisce costruire oscure trame per spiegare – si fa per dire - fatti della più solare evidenza. A oltre 18 anni di distanza, l’11 settembre rimane il terreno di esercitazione privilegiato per i cospirazionisti. Ma l’anniversario della conquista della Luna, la scorsa estate, gli ha fatto una temibile concorrenza. Per tacere dei vaccini, eterno bersaglio degli esegeti delle trame oscure ordite naturalmente ai danni del popolo ignaro. Il termine cospirazionista sembra incapace di cogliere in tutte le sue sfaccettature la natura delle menti apertissime a queste teorie. Gli manca qualcosa. È incompleto. Oltre alla dimensione politica e ideologica c’è infatti, nei cultori del cospirazionismo, una dimensione più psicologica, che ha in qualche modo a che fare con la paranoia (psicosi caratterizzata da “diffidenza e sospettosità pervasive nei confronti degli altri, tanto che le loro intenzioni vengono interpretate come malevole”; vedi Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders). E allora perché non coniare un neologismo che unisca le due dimensioni e colga meglio nel segno? Gli spagnoli ci hanno già pensato: conspiranoia e conspiranoico sono neologismi entrati nell’uso. Il “cospiranoico” (così in italiano) è una persona ossessiva, sfiduciata e nello stesso tempo rancorosa, arrabbiata, che vede cospirazioni e complotti da tutte le parti e vorrebbe che il popolo “aprisse gli occhi” e si ribellasse contro i poteri occulti che presuntamente governano il mondo. Il neologismo calza a pennello per i leoni della tastiera che un giorno sì e l’altro pure ci spiegano su Facebook e Twitter da che parte sorge il sole. Il giornalista progressista catalano Xavier Sardà, nella rubrica “Al contrattacco” sul quotidiano di Barcellona “El Periodico”, lo ha scagliato contro il presidente separatista Quim Torra, che vede infiltrati (naturalmente anticatalanisti) dappertutto. “El infiltrado eres tú” (l’infiltrato sei tu) è il titolo del corsivo corrosivo pubblicato sabato 19 ottobre dopo quattro notti di guerriglia urbana post-sentenza. Visca Catalunya.