Il Papio necessita di una presenza fissa
Caro Direttore, ti chiedo ospitalità per la causa del Papio, dove ci siamo conosciuti e stimati.
Ho lasciato il Collegio di Ascona da 21 anni per un altro servizio alla Diocesi e non mi sono mai intromesso nella vita del Collegio, dopo averlo servito per 38 anni: dieci come vice-rettore di Liceo, quattro solo come pro-fessore, ventiquattro come rettore.
La ricerca di un nuovo rettore, dopo la richiesta di don Patrizio di concludere i suoi 21 anni di servizio, mi pare che rischi di sfuocarsi.
Nessuno mette in discussione la scelta di un laico, anche perché sarebbe meno facile oggi trovare un religioso, meno facile ma non impossibile, comunque non accetto che venga escluso di principio. Ma il problema non è questo: nessuno discute la scelta del laico. Il problema è quel contratto proposto per una presenza al 20%: permettetemi di non potere essere d’accordo. Penso di conoscere cosa voglia dire fare il rettore al Papio.
Il candidato scelto di grande valore e meritevole di ogni rispetto potrà essere esperto e garante di un insegnamento di alto livello, ma per la formazione di ragazze/i di Scuola Media e Liceo occorre una presenza e una dedizione di tempo maggiore. Nessuna scuola di questa fascia ha un direttore al 20% e se l’amministratore apostolico, col suo consiglio, desiderano un «Homo novus» non posso dare loro torto.
Occorre una presenza nuova, che mi pare venga richiesta anche dal corpo docenti. Si coinvolgano loro nella scelta del loro rettore, visto che ne hanno la possibilità.
Quando io lasciai il Collegio chiesi al plenum di farmi tre nomi.
Mi pare la procedura più corretta. Auguro che si possa uscire dalla tensione in atto e si ritrovi l’armonia indispensabile come prima condizione per la ripresa del lavoro, non solo scolastico, ma pure formativo con una identità precisa e una qualità sempre più alta.
Con i migliori auguri.