Il piacere è nostro, caro Fulvio

Il piacere è nostro. Il piacere è mio. Quello di aver letto il libro pubblicato di recente da Fulvio Sulmoni, ex giocatore del Lugano. Ex di Chiasso, Locarno, Bellinzona e Thun. Ex del mondo professionistico, un mondo che per sua stessa ammissione gli era ostile. Un libro di sport. Un’autobiografia. Ce ne sono mille, ormai anche tanti «scappati di casa» hanno scritto un libro. Magari senza avere nulla da dire. Fulvio non è Messi o Ibrahimovic, ha fatto una carriera buonissima, ma non è una stella di questo sport. Però l’ex difensore qualcosa da dire ce l’aveva per davvero. Un viaggio, il suo, raccontato in ogni minimo dettaglio. Sulmoni tuttavia non descrive l’emozione di aver giocato in Europa (League), ma parla soprattutto degli aspetti meno piacevoli del calcio. Uno sport che può nascondere anche parecchie insidie. Una testimonianza vera e cruda. Molto cruda, perché la bilancia di Fulvio Sulmoni pende dalla parte degli aspetti negativi.
Ansie, pressioni, mobbing. Una malattia che l’ha colpito. Compagni, dirigenti e presidenti. Frenesia. Frasi fatte e una dose massiccia d’ipocrisia. Fulvio Sulmoni racconta tutto. Apre il libro in un libro. Dà consigli, ai più giovani, alle loro famiglie e a un carrozzone che spesso non ti aspetta. Se sei sul treno bene, se cadi si fa dura, lui se ne va, e tu rischi di rimanere a terra. A lui va detto grazie, di cuore. Sulmoni è un ragazzo intelligente, molto intelligente. Ma più di tutto è un ragazzo diverso. Se lo incontri, per forza di cose, qualcosa ti lascia. Ed è anche lo scopo del libro, lasciare qualcosa ai giovani. Qualcosa di positivo. È una storia fatta di coraggio. Ce ne vuole anche solo per pensare di scrivere un libro del genere. E poi è intrigante, bello e avvincente. Paradossalmente, nonostante i temi profondi, fa pure ridere ed è divertente. È scritto bene. Molto bene.
Un po’ «Open» di Agassi. Un po’ «I’m the secret football player», scritto da un giocatore misterioso del calcio inglese, che racconta dall’interno (ma senza metterci nome e faccia) quanto accade abitualmente nella vita di un professionista. Leggetelo, «Piacere di averti conosciuto» (Vignalunga Edizioni), merita. Merita davvero. Senza voler essere presuntuoso vi assicuro che qualcosa vi insegnerà. Che voi siate adolescenti, genitori, calciatori professionisti o pure giocatori amatoriali. E pure se il calcio nemmeno vi piace.