Il Pil alto della Svizzera

Il Prodotto interno lordo (PIL) complessivo della Svizzera è ancora in area crescita, la recessione è stata evitata. Il PIL pro capite elvetico rimane a livelli molto elevati e continua a porre il Paese nel gruppo di testa nelle classifiche internazionali. Sono due punti importanti da sottolineare, a fronte della pubblicazione da parte della Segreteria di Stato dell’economia (SECO), nei giorni scorsi, della stima flash sull’andamento del PIL svizzero nel 2024. Secondo questa stima il PIL elvetico reale, destagionalizzato e al netto degli effetti degli eventi sportivi, nel quarto trimestre è cresciuto dello 0,4% rispetto al trimestre precedente, quando la crescita era stata dello 0,2%; su base trimestrale c’è stato quindi un passo migliore. La crescita nell’intero 2024 è stata dello 0,8%, contro l’1,2% dell’anno precedente. È vero che restiamo sotto il livello di crescita media elvetica, che la SECO indica in 1,8%, ma ribadire ciò oggi è fuorviante. Infatti, con il complicato contesto internazionale esistente, negli ultimi tre anni non è mai stata sul tavolo la possibilità di una crescita robusta, quanto la possibilità o meno di crescere. La recessione, cioè la flessione del PIL, è stata evitata, l’economia del Paese ha tenuto e ciò è positivo.
Il PIL pro capite svizzero, ottenuto dividendo il PIL complessivo per il numero di abitanti, nel 2024 è diminuito dello 0,2%. Questo calo ha riattizzato valutazioni su una presunta debolezza del PIL pro capite elvetico. Ma sottolineare cali limitati, dovuti all’aumento della popolazione, senza guardare al quadro intero può portare a conclusioni sbagliate. Il PIL pro capite svizzero è già da tempo molto alto ed è quindi normale che in alcuni anni, pochi peraltro, ci sia stato e ci sia un calo. Questo non cambia la sostanza. Nelle classifiche mondiali basate sulle stime del Fondo monetario internazionale, per PIL nominale complessivo la Svizzera è al 20. posto, ma è 2. nel pro capite; discorso analogo per il PIL a parità di potere d’acquisto: 37. nel complessivo, ma 6. nel pro capite.
La stessa SECO indica per il 2024 un PIL nominale svizzero di 935 miliardi di dollari, che diviso per i circa 9 milioni di abitanti dà un pro capite per la Svizzera pari a 103 mila dollari. Siamo molto sopra gli 86 mila degli USA, i 55 mila della Germania, i 46 mila della Francia, i 40 mila dell’Italia. Spesso a questo punto subentra l’obiezione sulle disuguaglianze, la media elvetica del PIL pro capite sarebbe insomma elevata, ma con pochissimi sopra e moltissimi sotto. Ma non è esattamente così. Per l’indice Gini sulle disuguaglianze (1=disuguaglianza massima), fornito da Statista, nel 2024 gli USA erano a 0,42, l’Italia a 0,36, la Svizzera a 0,33, la Germania e la Francia a 0,32. Considerando che nella classifica mondiale si va da circa 0,60 a circa 0,20, la Svizzera rimane nell’area delle disuguaglianze non troppo alte.
È opportuno concentrarsi sulle questioni principali e non su punti alla fine secondari, come il calo limitato di un PIL pro capite svizzero che resta tra i più alti. Occorre mantenere la resilienza di cui sin qui l’economia elvetica ha dato prova. Per una parte ingente la possibilità di crescere ancora dipende dal contesto internazionale. Gli assetti economici mondiali hanno sin qui resistito anche meglio del previsto, ma le tensioni geopolitiche pesano. Basti pensare, tra gli altri, a capitoli come i conflitti bellici e, ad un altro livello, i dazi di Trump. Per un’altra parte la possibilità di crescere ancora dipende dalle mosse che si attuano sul piano nazionale. Il sistema Paese deve continuare a funzionare bene, le imprese devono poter proseguire nella via tracciata dei processi di adattamento, nella diversificazione di prodotti e mercati. Non bisogna dormire sugli allori, ma non bisogna neppure dimenticare i nostri punti di forza reali, che ci sono.