Il commento

La capacità di credere nei propri sogni

Si parla spesso di cervelli in fuga ma tre giovani ticinesi raccontano il loro ritorno a casa per scelte professionali e di vita
Nicola Bottani
Nicola Bottani
09.04.2022 06:00

A volte ritornano. Parafrasiamo il titolo di un film horror, ma la realtà è esattamente il contrario. Tornano per coronare un sogno che cullavano già da ragazzini oppure per amore, per proseguire la vita insieme al compagno che hanno lasciato per andare altrove, pur se temporaneamente. Sono giovani, hanno studiato, fatto un apprendistato o si sono perfezionati oltre San Gottardo e pure all’estero. Ancor prima dei trent’anni sono però rientrati in Ticino, la terra dove sono nati e cresciuti, per proseguire la loro attività lavorativa. Anche mettendosi in proprio, con tutti i rischi annessi e connessi a cui ogni imprenditore, piccolo o grande che sia, potrebbe andare incontro. 

Piero Roncoroni, chef dell'Osteria del Centro a Comano. © Ti-Press/Pablo Gianinazzi
Piero Roncoroni, chef dell'Osteria del Centro a Comano. © Ti-Press/Pablo Gianinazzi

Spesso si parla di cervelli in fuga, di un cantone che non offre chissà quali possibilità ai giovani che cercano di costruirsi un loro futuro. Invece, c’è chi decide di tornare a casa, riesce a ritagliarsi un suo spazio ed è felice delle scelte che ha fatto. Come è stato per l’ostetrica Anna Metzler, il contadino Matteo Ambrosini e lo chef Piero Roncoroni, che ci raccontano le loro storie di vita e professionali nel CorrierePiù. Tre giovani che hanno trovato una loro dimensione e pure un ambiente lavorativo in cui crescere ulteriormente e trarre benefici per la propria autostima, caso quest’ultimo di Anna Metzler, levatrice all’ospedale La Carità di Locarno. Il che non è certamente poca cosa, in un angolo periferico della Svizzera come il nostro, dove i lamenti paiono prevalere di gran lunga sulle note positive, quando si parla di mercato del lavoro in generale e di giovani e Ticino in particolare.

Anna Metzler è ostetrica all'ospedale La Carità di Locarno. © CdT/Chiara Zocchetti
Anna Metzler è ostetrica all'ospedale La Carità di Locarno. © CdT/Chiara Zocchetti

Aprendo l’Osteria del Centro a Comano insieme alla moglie Mercedes, Piero Roncoroni, dopo aver girovagato fra Inghilterra e Spagna per perfezionarsi nell’arte culinaria, ha trovato la stabilità sia nell’ambito della professione sia famigliare. A Cevio, invece, Matteo Ambrosini, contando anche sull’aiuto dei genitori, dei fratelli e della compagna fisioterapista, ha fondato partendo da zero un’azienda agricola, lui che ha sempre sognato di fare il contadino di montagna pur non essendo la sua una famiglia di contadini. Hanno avuto il coraggio di osare, di credere in sé stessi, di puntare con determinazione ai loro obiettivi, i quali in definitiva non erano altro che i sogni cullati fin da quand’erano ragazzini. E anche di fare delle scelte ben precise, così da poter partire con il piede giusto.

Eccezioni? È difficile quantificare il fenomeno. Quando abbiamo cercato i dati sulle partenze e sui ritorni a casa dei giovani che sono usciti dal cantone per studiare o formarsi nella loro professione non abbiamo ottenuto dati certi e incontrovertibili. Inoltre, spesso si sente parlare di «cervelli (o talenti professionali) in fuga», una realtà che non può essere negata. Ma esiste anche il fenomeno opposto, che è quello che vi raccontiamo con queste storie. Ma forse di eccezionale c’è solo una cosa: la capacità di credere fino in fondo nei propri sogni.