Diritti e sostenibilità

La certificazione è solo il primo passo

Mettere un sigillo ufficiale alle pratiche aziendali virtuose non è il fine ultimo, ma l'inizio di un percorso che accompagnerà l'impresa per tutto il periodo di attività
Gaia Clara Barcilòn
Gaia Clara Barcilòn
27.07.2024 06:00

Ottenere una certificazione per la sostenibilità equivale a essere sostenibili a 360 gradi? La risposta è no.

Le certificazioni di sostenibilità sono diventate un traguardo ambito per molte aziende, simbolo di un impegno concreto verso pratiche più responsabili. Tuttavia, considerare la certificazione come l’unica soluzione al percorso per essere definiti sostenibili è un errore comune che può distorcere la percezione del vero valore aggiunto di queste pratiche. D’altro canto non possiamo negare che chi ottiene una certificazione in materia di sostenibilità abbia investito tempo e risorse per raggiungere questo obiettivo. Tale impegno rappresenta sicuramente un passo avanti nel percorso verso una maggiore responsabilità ambientale e sociale. Tuttavia, sussiste il rischio che le aziende si concentrino esclusivamente sull'ottenimento della certificazione, perdendo di vista l'importanza di una vera integrazione della sostenibilità nelle loro attività quotidiane, tramite una strategia.

Uno dei problemi più consueti è quello delle aziende che, una volta ottenuta la certificazione, si fermano. Ho personalmente osservato imprese che, dopo aver investito considerevolmente per certificarsi, non hanno proseguito nell’analisi dei rischi e delle opportunità legate alle loro attività. Queste aziende, forti della loro certificazione, dichiarano di essere sostenibili senza comprendere che la sostenibilità non è un traguardo finale, ma un percorso continuo e complesso. Questa mancanza di visione a lungo termine può portare sia a una sottovalutazione della sostenibilità sia ad una perdita di credibilità, specialmente alla luce delle normative europee e delle intenzioni del Consiglio Federale svizzero di allinearsi al diritto internazionale, minando la fiducia degli stakeholder e la posizione sul mercato.

Ancora più preoccupante è il caso di aziende che ottengono una certificazione di sostenibilità senza integrarla in una strategia complessiva. Investire in una certificazione deve essere parte di un quadro più ampio, si rischia altrimenti di ottenere un risultato disallineato che non porta vero valore all’impresa. Una corretta analisi dello stato ambientale e sociale dell'azienda (attraverso analisi di materialità e doppia materialità) è fondamentale per identificare i rischi e le priorità su cui intervenire. Ogni azienda presenta caratteristiche e necessità uniche. Se un'impresa ha elevate emissioni, la sua priorità dovrebbe essere ridurle e implementare un sistema di gestione ambientale. Se, invece, la catena di fornitura è problematica a causa di violazioni dei diritti umani, quella sarà la priorità. Non esiste un approccio unico e universale, e non tutte le aziende necessitano di una certificazione, a meno che non sia una richiesta specifica del mercato di riferimento.

Le certificazioni di sostenibilità sono un passo importante, ma non l’unico. La sostenibilità è un percorso continuo che richiede una visione strategica e un impegno costante. Solo integrando le certificazioni in una strategia complessiva e adattandole alle specifiche necessità dell'azienda, è possibile ottenere un vero valore aggiunto e garantire una sostenibilità a lungo termine.