La profezia del capitano
La mente di Jonathan Sabbatini, subito dopo il 2-0 incassato a Bruxelles, è andata lì. A migliaia di chilometri di distanza, in Israele. Più precisamente a Netanya. Dove, poco più di un anno fa, al cospetto dell’Hapoel Be’er Sheva, un rigore fallito dal capitano bianconero aveva affossato le speranze di rimonta dei sottocenerini nei preliminari di Conference League. Quell’errore dal dischetto, manco a dirlo, si è fissato nella mente dell’uruguaiano. Una sorta di monito, ma anche insegnamento. E sì, a oltre dodici mesi di distanza, persino un motivo di speranza. Le parole rilasciate sette giorni fa dal 35.enne di Paysandú, nella pancia del Lotto Park, lo confermano. «Un anno fa ci trovavamo nella stessa situazione (pure allora l’andata si era conclusa con una sconfitta per 2-0, ndr). Quel rigore nel match di ritorno, con il risultato ancora sullo 0-0, era stata la nostra occasione di riaprire il capitolo qualificazione. E purtroppo l’avevo fallita. Anche a Ginevra, tuttavia, avremo le nostre chance. E questa volta dovremo essere bravi a sfruttarle».
L’invito del leader bianconero, va da sé, è esteso a tutto lo spogliatoio. Raddrizzare il tiro dopo la sconfitta incamerata in Belgio, certo, è un compito che spetta al collettivo. Ma per centrare una clamorosa rimonta, qualcuno prima o poi dovrà prendere in mano la situazione, trovando il modo di superare Anthony Moris. Ah, e non una, bensì due volte. Possibilmente anche di più. Riuscirci, lo ha suggerito lo stesso «Sabba», sarà complicato. Ma non impossibile. E alle parole del capitano, francamente, tendiamo a credere. Circa un anno fa, dopo un avvio di stagione balbettante, il 35.enne era uno dei pochi a parlare apertamente di Europa. La stessa che oggi tingerà di bianconero lo Stade de Genève. Dove peraltro, sempre su rigore, sempre la scorsa stagione, Sabbatini aveva suggellato un’altra impresa nella semifinale di Coppa Svizzera. Un segno del destino?