Isole comprese

Le novemila croci di Omaha Beach: un monito contro l'orrore delle guerre

Non è necessario essere appassionati di storia militare per visitare le spiagge della Normandia
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Prisca Dindo
29.05.2022 08:45

Non è necessario essere appassionati di storia militare per visitare le spiagge della Normandia.

La forza della natura di queste coste francesi bagnate dalle acque della Manica è unica. Qui il mare è selvaggio, indomabile, tenuto solamente a bada dalle pareti a picco delle falesie che circoscrivono distese di sabbia dorata quando la marea è bassa. Le passeggiate lungo le spiagge sono interminabili. A volte capita di incontrare sull’arena cavallerizzi al galoppo che vengono ben presto inghiottiti dalla vastità dell’orizzonte.

Il paesaggio avvolge Arromanches-les-Bains, il piccolo villaggio di pescatori nel dipartimento del Calvados. La storia di questo borgo che conta meno di mille anime è antica: le prime tracce d’insediamento risalgono all’Età del Ferro. La sua posizione tra le splendide falesie è sempre stata strategica.

Dalla fetta di mare che lo fronteggia emergono qua e là enormi parallelepipedi in cemento armato ricoperti di alghe verdi. Sembrano balene spiaggiate ma in realtà sono le vestigia del porto artificiale spuntato dal nulla durante la Seconda guerra mondiale.

Sono ancora lì per ricordare cosa successe quel 6 giugno del 1944, quando fu scritta una delle pagine più importanti della storia del mondo recente.

All’alba di quel giorno ebbe inizio la più grande offensiva militare della storia. Il suo nome in codice era «Operation Overlord», poi ribattezzato «D-Day»: decine di migliaia di soldati inglesi americani e canadesi sbarcarono sulle coste normanne per iniziare la liberazione dell’Europa dalla Germania nazista.

In quei giorni tutti i porti erano controllati dai tedeschi: perciò il Primo ministro del Regno Unito Winston Churchill ebbe la geniale idea di costruirne uno nuovo in Gran Bretagna, di trasportarlo in tutta segretezza attraverso la Manica e di posizionarlo proprio sulle spiagge di Arromanches.

Oggi le mareggiate hanno distrutto gran parte del manufatto. Tuttavia i modellini e i video dell’epoca, in mostra al museo a pochi passi dalla spiaggia di Arromanches, aiutano a capire la vastità dell’operazione.

ll porto artificiale era una costruzione gigantesca, pari a più di settecento campi da calcio, grazie al quale gli Alleati poterono consegnare alle truppe oltre diciottomila tonnellate di merci al giorno.

Tuttavia occorre sportarsi tra Vierville-sur-Mer e Colleville-sur-Mer per incontrare Omaha Beach, la spiaggia dove venne combattuta la battaglia più insanguinata del D-Day.

Oggi è «soltanto» uno spettacolo della natura. Ma all’alba di quel 6 giugno di quasi ottant’anni fa su questo meraviglioso arenale si svolse un terribile massacro. Mentre gli americani appena sbarcati arrancavano nell’acqua per raggiungere la spiaggia, le mitraglie dei tedeschi li attendevano nascosti dietro le dune di sabbia. Fu una carneficina: duemila uomini furono falciati dal fuoco nemico nel giro di poche ore.

Molti di loro ora riposano nel Cimitero alla Memoria dei Caduti Americani, che si trova a pochi passi dalla spiaggia di Omaha Beach. La distesa di più di novemila croci in marmo bianco allineate sul verde del tappeto d’erba è da pelle d’oca.

Se potete, cercate di visitare il cimitero verso le cinque del pomeriggio. A quell’ora si può assistere alla cerimonia della bandiera, che viene ammainata e piegata in segno di lutto. Il suono triste della tromba che accompagna ogni giorno da ottant’anni questo rituale è un monito contro l’orrore delle guerre. Tutte: passate, presenti e future.