Il commento

Ma voi, alla fine, li avete trovati i biglietti per gli Oasis?

Cronaca semiseria di una giornata passata in coda, ad aspettare e sperare, fra voci di «sistemoni» e problemi tecnici
Marcello Pelizzari
31.08.2024 15:45

«Come sta andando?». E poi, dopo una mattinata intera ad aspettare: «Come è andata?». Le ultime, per i fan degli Oasis sparsi per il mondo, Ticino compreso, sono state ore di attesa. E passione. C’è chi, pronti via, si è messo il cuore in pace. Perché i siti attraverso cui acquistare gli agognati biglietti per le date della reunion hanno svalvolato e non poco, viste le tante, troppe richieste da gestire: pagine non disponibili, login non riusciti, esclusioni improvvise dalle cosiddette code, il sistema attraverso cui portali come Ticketmaster hanno incanalato (o cercato di incanalare) i citati fan, compreso chi scrive. Ma anche perché, senza per questo improvvisarsi matematici, le attese si sono rivelate, pur partendo «presto» e cioè mettendosi in fila ben prima delle 10, chilometriche. Tradotto: con 40, anche 50 mila utenti davanti per ogni data e la possibilità, concessa a ogni consumatore, di acquistare fino a quattro biglietti, l’impresa di arrivare in fondo è sembrata subito, anzi subitissimo un Ottomila. Da scalare a mani nude e senza bombole d’ossigeno. Armati di sola passione, come detto, e di quella speranza tipicamente Nineties promossa fra gli altri proprio dagli Oasis. 

Alla fine, ovviamente, c’è chi ha trovato la pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno e chi, invece, dopo un’attesa composta ancorché snervante e dopo aver cliccato sul pulsante «purchase tickets» si è beccato la doccia fredda. Ghiacciata. Scozzese, volendo tirare in ballo i concerti di Edimburgo. La rotellina che gira, le mani sudate, gli sguardi alla famiglia che, sorridendo, non capisce questa follia collettiva, la risposta. «Something went wrong». Qualcosa è andato storto. Al che, beh, molti hanno ritirato fuori un ritornello degli Oasis: «Where did it all go wrong?». Già, dov’è che tutto è andato a ramengo durante il processo? Chi lo sa. 

Nel frattempo, lontano dallo schermo il mondo è andato avanti lo stesso. I fan degli Oasis, invece, sono rimasti lì. In una sorta di limbo. Chi esterrefatto da una simile richiesta, chi (ironicamente) in posa come nella copertina di Definitely Maybe, l’album d’esordio della band di Manchester, chi ancora dicendone di ogni ai portali. Alla fine, con sfumature diverse, tutti hanno abbozzato un sorriso. Anche nel leggere dei sistemoni utilizzati per fregare la coda o indirizzarla sui binari «giusti». C’è chi, in questo senso, aveva aperto mille tab sul browser (eppure lo stesso Ticketmaster aveva detto di non farlo) e chi tramite VPN si è finto cittadino di Cardiff, Dublino, Edimburgo, Londra e Manchester. «Che se l’algoritmo legge la location e vede che è Irlanda o Regno Unito concede la precedenza» aveva scritto a mo' di consiglio un superfan in un gruppo dedicato su Facebook. Vai a sapere se è vero. E poi, attenzione, il noto sito di rivendita Viagogo ha già rispedito al mittente le minacce rivolte dagli organizzatori e dagli Oasis, al grido «non comprate su portali terzi perché vi dirà male, anzi malissimo». Viagogo, un po’ come la finta storia del calabrone che non potrebbe volare ma intanto vola, propone già cifre stellari per Wembley. Cifre, peraltro, che sul finire della coda sono magicamente aumentate anche sui siti ufficiali: maledetto dynamic pricing.

Il paradosso? Anche per la rivendita, indipendentemente dal grado di legalità, bisognerà in ogni caso mettersi in coda. Gli Oasis, anni e anni fa, avevano avvisato tutti: non mettere la tua vita nelle mani di una rock’n’roll band. Nel 2024, a giudicare dalla mattanza odierna, lo hanno fatto in tantissimi. E nonostante tutto ne valeva e ne è valsa la pena. 

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