Malattie umorali
Siamo un popolo di pattinatori. Accanto ai mercatini natalizi, tutti uguali, in ogni angolo del cantone di questi tempi c’è una pista di ghiaccio, anche qui a due passi dal porto comunale, al Parco Ciani, dove potrebbe valere il sano motto «più ghiaccio meno spaccio». Asia ha voluto andare a provarle quasi tutte, volteggiando leggiadra con un gonnellino rosa da pattinaggio artistico e in testa la solita cuffietta da renna ubriaca. Pare abbia avuto un successo virale su TikTok, ma s’è spompata e ieri s’è presentata sul battellino rifiutandosi di aiutarmi a mettere nelle confezioni natalizie le bottiglie di Barbera fatto col mulo. Non solo, stravaccata sul divanetto di poppa come una diva d’antan mi ha insolentito con un interrogatorio sulle cose successe durante la settimana in Ticino.
Che è successo? Nulla. Mica potevo raccontarle dell’affare che continua a ingrossarsi al Tribunale penale cantonale, perché lei è sempre convinta di vivere in un posto normale pieno di fiducia verso le istituzioni e la giustizia come piace a Super Norman e non posso scioccarla raccontandole la verità del Paese irreale. Sarebbe come dirle che Babbo Natale non esiste (o che è una spia al servizio di un grande complotto mondiale, come pensano a Mosca). Nemmeno potevo raccontarle qualcosa del lungo dibattito parlamentare sui conti cantonali, perché nell’insalubre palude dell’immobilismo dinamico mi sono smarrito e ho pensato solo alla corazzata Kotiomkin. È come quando navigando con il battellino tra la foce del Cassarate e Caprino cala la nebbia e allora si manovra a tentoni, un po’ di qui e un po’ di là, avanzando e retrocedendo, comunque con l’impressione di aver compiuto grandi cose perché fare e disfare è tutto un lavorare.
Un avvenimento importante, però, è accaduto in Gran Consiglio e l’ho detto alla mia amica microinfluencer del lago e content creator: la panettonata di Natale, sotto la regia compiaciuta dell’uomo nero gran condottiero, con deputati, ministri, vecchie glorie e giovani promesse (sperando che, secondo la famosa teoria di Alberto Arbasino che ognuno può andare a rileggersi, nel loro ascendere non si fermino alla categoria successiva, la più popolata, ma abbiano la fortuna di diventare venerabili maestri). Asia s’è chiesta se la panettonata sia stata responsabile e sostenibile, perché lei di panettoni tradizionali non ne vuole più sapere e mangia solo il PanCricri inventato a Pinerolo, il primo panettone realizzato con grilli trasformati in farina e in pezzetti caramellati o ricoperti di cioccolato. Non è sicuramente il caso di far mangiare ai politici il PanCricri visto che ne hanno già molti di grilli per la testa, un’immagine che la Treccani così acclara: «Perché mai il grillo dovrebbe essere associato a una idea strampalata o a una fantasia molesta?
La spiegazione che ne dà il vocabolario etimologico di Nocentini è che il grillo era la manifestazione concreta di malattie umorali. Insomma, l’alterazione umorale causata dai grilli provocherebbe malattie e genererebbe l’insorgere di idee strampalate negli esseri umani». L’orizzonte è inquietante con tutti questi grilli in circolazione: il Parlamento dovrà nominare dei nuovi giudici dopo l’incredibile autocombustione al Tribunale penale, ma l’ultima volta che ha proceduto con l’elezione di magistrati dell’ordine giudiziario la politica ticinese ha toccato uno dei suoi punti più bassi. Si dice che al peggio non ci sia mai fine ma nel Paese irreale non ci credono.