Nel silenzio dei saggi, voci dal Monte Verità

Esistono ancora i grandi saggi? Poche volte nella storia recente è stato così urgente provare a rispondere a questa domanda – la stessa che fu rivolta anni fa da Carl Gustav Jung ai partecipanti di una conferenza di Eranos. E raramente come oggi la risposta è apparsa tanto elusiva, quasi dissolta nel rumore di fondo del presente. In un tempo segnato da regressioni e conflitti che credevamo ormai superati, viene da chiedersi dove siano finite le guide spirituali. Dove sono coloro che possiedono il significato del mondo e della vita, e che possono condividerlo con noi? In questo mese di aprile, sul Monte Verità, tramite il programma degli Eventi letterari curato da Stefan Zweifel, cercheremo una volta ancora di dare il nostro modesto contributo – con l’umiltà che si deve alle domande vere, e la volontà di aprire spazi per la riflessione e l’incontro, in un tempo che sembra votato all’accelerazione e alla dimenticanza.
A differenza del Locarno Film Festival, che esplora questi stessi argomenti in un formato accessibile anche al grande pubblico, gli Eventi letterari Monte Verità consentono di addentrarvisi con tempi più ampi – assimilando la forza simbolica dei luoghi alla tradizione dei colloqui di Eranos, un luogo pionieristico di incontri interdisciplinari, fra scienza e discipline umanistiche, originatore di riflessioni innovatrici. Con queste proposte rendiamo omaggio alla forza del Locarnese: un fazzoletto minuscolo di territorio in cui, nel secolo scorso, ha preso vita un’ improbabile concentrazione di pensiero radicale e sperimentazione dello spirito – un ecosistema dell’anima, più che un distretto culturale. È davvero un patrimonio eccezionale quello che ci è stato consegnato, ed è nostro compito interpretarlo in modi sempre nuovi e rilevanti: ci dà forza in questo intento il convinto sostegno del Cantone, dei Comuni e di molti partner privati, tanto per gli Eventi letterari quanto per il Locarno Film Festival. Un investimento non certo dovuto, che sottolinea il valore non solo culturale di ciò che viene fatto sul Monte Verità e attorno ad esso. In un’edizione marcata dai 150 anni dalla nascita di Jung, va sottolineata la scelta degli Eventi letterari di omaggiare Adelphi con il Premio Filippini: la casa editrice italiana è una sorta di tramite intellettuale ideale per il sistema culturale che fa capo a quanto accaduto negli ultimi 100 e più anni ad Ascona. Ognuno degli «adelphi» pubblicati in oltre 60 anni di storia è, a suo modo, un simbolo della ricerca di significato e il frammento di una biblioteca nascosta – un sistema organico, che accetta la complessità di un mondo desacralizzato, cercando o offrendo potenziali guarigioni estetiche, spirituali, scientifiche e psicologiche per i mali dell’anima e del mondo.
Tra questi libri spicca l’I Ching, millenario oracolo cinese, «bacchetta della cultura orientale», che Roberto Bazlen – figura chiave nella fondazione di Adelphi – portava sempre con sé. Testo che negli anni Novanta è stato reinterpretato proprio ad Ascona, presso la Fondazione Eranos, dove è stato arricchito attraverso le categorie della psicologia del profondo. Quella che comincerà domani sarà un’edizione segnata dalla presenza, per l’evento inaugurale al PalaCinema di Locarno, di un intellettuale visionario come Erik Davis, californiano che già negli anni Novanta esplorava le connessioni tra cultura digitale, mitologia e misticismo – temi più attuali che mai. Davis ha esplorato come la tecnologia e l’informazione digitale non siano semplici strumenti materiali, ma possiedano anche una dimensione mistica e spirituale. In questo innominabile attuale, l’umanità sembra davvero alle strette. Alcuni suggeriscono di abbandonare questo mondo, di cercarne un altro – ma la fuga è raramente espressione di saggezza. In attesa di comprendere meglio quali siano gli immensi campi archetipici che si muovono dietro ai movimenti di massa dei nostri tempi, le mappe dell’anima che presenteremo al Monte Verità vogliono anche essere spunto di riflessione per un principio fondamentale: per chi desidera il cambiamento, il primo passo è trasformare sé stessi – per poi stare nel mondo con la massima consapevolezza possibile. Magari anche imparando, come diceva Jung ai suoi allievi psichiatri, ad essere più decentemente inconsci.
Raphaël Brunschwig, presidente Eventi letterari Monte Verità e CEO Locarno Film Festival