Pensieri dal battellino

Non siamo tranquilli

Asia è arrivata l’altro giorno al porto comunale con aria frastornata, scendendo dalla sua bici elettrica rosa come se avesse attraversato il deserto montando un cammello ubriaco
Bruno Costantini
05.10.2024 06:00

Asia è arrivata l’altro giorno al porto comunale con aria frastornata, scendendo dalla sua bici elettrica rosa come se avesse attraversato il deserto montando un cammello ubriaco. Era scornata - lei che voleva mandare tutti i politici a casa - dalle poche persone che hanno partecipato alla manifestazione di Bellinzona contro l’ulteriore rapina sui premi di cassa malati. Proprio nel giorno in cui la ministra della Sanità Elisabeth Baume-Schneider era nella capitale cantonale per altre faccende, il popolo ticinese avrebbe dovuto accorrere in massa con i forconi, che è forse l’unico linguaggio che capiscono gli insaziabili lobbisti della sanità che condizionano la politica federale. Invece in piazza c’erano quattro gatti. È perché la manifestazione era organizzata dalla sinistra? Può essere, ma il tema non è della sinistra, è di tutti. O forse è perché la gente è troppo scorata per avere ancora speranze in un cambiamento e si è anzi talmente abituata al dolore da cominciare a provare piacere nel farsi bastonare? Meditando su questi interrogativi, con il battellino carico di Barbera fatto col mulo abbiamo navigato verso le cantine di Gandria passando davanti a Villa Heleneum a Castagnola. Qui la mia amica microinfluencer del lago e content creator ha pensato con nostalgia alla sfilata di VIP festanti accorsi un paio d’anni fa all’inaugurazione del Bally Heleneum Lab che vuole mettere in relazione attività espositive, cultura, arte, università, moda e innovazione. «Possiamo diventare un centro di competenza importante», disse il vicesindaco e capo del Dicastero sport, cultura ed eventi Roberto Badaracco sfoderando la retorica dominante della moltiplicazione dei pani, dei pesci e dei centri di competenza. Adesso che Bally ha cambiato proprietà l’iniziativa continuerà? E che ne sarà di Villa Heleneum, già luogo delle «carabattole» (cit. fu Nano Bignasca)? Badaracco ostenta serenità, ma dentro di sé non deve essere tranquillo. Non si angusti troppo, ché già deve difendersi dalle maldicenze dell’MPS sull’edificando Polo sportivo. Se il progetto con Bally dovesse andare a catafascio Villa Heleneum potrebbe ospitare una parte del centro logistico che Zalando trasferirà a Sant’Antonino, trasformandosi in innovativo centro di competenza della logistica. È vero che gli spazi sono ridotti, ma abbattendo qualche albero nel parco si potrebbe costruire un comodo capannone con facili collegamenti via lago. Inoltre, essendo Villa Heleneum non distante dalla dogana, i frontalieri arriverebbero subito al lavoro senza intasare le strade. Ecco bell’e risolto il cruccio del capo del Dipartimento del territorio Claudio Zali che ha inventato la tassa di collegamento con il pretesto di limitare il traffico dei frontalieri, una balla monumentale per mascherare l’obiettivo di far cassa spennando soprattutto i ticinesi. Quella tassa ha avuto però, per un pelo, l’avallo del popolo. Ora il Gran Consiglio dovrà decidere se approvare la successiva iniziativa popolare interpartitica della destra che chiede l’abolizione della tassa di collegamento e chiuderla lì o se andare nuovamente alle urne con il controprogetto «light» del Governo. Io e Asia siamo arrivati a una conclusione: questa tassa, per fortuna non ancora entrata in vigore, non ci è mai piaciuta, ma se i diritti popolari sono sacri devono essere sacri sempre e non solo quando fa comodo nella palude della politica ticinese. Il popolo aveva detto sì; sia dunque semmai il popolo a fare retromarcia. 

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