Non solo bucalettere

Il cliché lo conosciamo: «A Zugo ci sono più bucalettere che case». Una caricatura basata sul fatto che il territorio abitabile è molto piccolo mentre è molto elevato il numero di aziende e società che vi si installano a causa del tasso di imposizione fiscale particolarmente favorevole. L’elezione in Governo di Martin Pfister ci offre l’opportunità di andare oltre questo cliché e guardare più da vicino, seppur sommariamente, il Cantone di provenienza del nuovo consigliere federale. Nel sistema consociativo svizzero, la presenza nell’Esecutivo di rappresentanti provenienti da regioni e cantoni diversi non è un fattore irrilevante: consolida la legittimazione politica del sistema confederale e porta nella stanza dei bottoni anche un bagaglio di conoscenze (e soluzioni) dei problemi specifico di ogni regione, conoscenze che vanno a beneficio dell’insieme dell’Esecutivo nella presa di decisione politica. Nelle scorse settimane si è sottolineato l’importanza dell’entrata in Governo di un rappresentante dei Cantoni pagatori della Perequazione finanziaria nazionale: anzi il più importante fra i Cantoni pagatori. È corretto. Ma lasciar intendere che Zugo sia ricco solo perché è un «paradiso fiscale» sarebbe fuorviante.
Che il Cantone sia finanziariamente vincente è un fatto. È il secondo Cantone più ricco (dopo il semicantone di Basilea-città) per PIL pro capite della Svizzera (193.000 franchi, rispetto a una media svizzera di 90.000). E nel 2024 ha chiuso i conti con un’eccedenza di 460 milioni, ciò che ha portato ad un’ulteriore riduzione delle imposte: il coefficiente sarà abbassato del 4%, anche perché il capitale proprio supera i 3 miliardi. Ma non solo. Il Consiglio di Stato (in primis Martin Pfister, capo del Dipartimento sanità) ha proposto di ridurre la spesa sanitaria dei cittadini di Zugo mettendo a carico del Cantone il 99% del finanziamento degli ospedali, sgravando così l’onere delle Casse malati a tutto beneficio dei premi: si stima che gli assicurati risparmieranno in media il 18%. A Zugo, tuttavia, non sono tutte rose. Proprio a causa della ristrettezza dello spazio abitativo, lo sfitto è praticamente pari a zero e gli affitti sono i più elevati della Svizzera: per dare un’idea, una pigione a Zugo città costa il 31% in più della media svizzera e addirittura il 12% in più della già carissima città di Zurigo (il costo medio di una pigione è di 1.850 franchi al mese).
Zugo è vittima del suo successo, costruito negli ultimi cento anni grazie alla sapiente messa in valore di una collocazione geo-economica e uno statuto di ponte fra la Svizzera centrale e l’Altopiano, fra le regioni agricole e montane e quelle industriali, fra il cattolicesimo conservatore e il protestantesimo imprenditoriale della limitrofa Zurigo. Probabilmente, una delle forze significative di Zugo consiste proprio in questo: nell’aver saputo superare gli steccati confessionali trovando la quadra di una cultura politica e imprenditoriale che fonde le virtù storico-culturali del cattolicesimo e quelle del protestantesimo nei confronti della modernità. Forse proprio per questa ragione il partito democratico cristiano (Christlichdemokratisce Volkspartei CVP) – che oggi si chiama Il Centro – continua ad essere il partito leader in Consiglio di Stato e in Gran Consiglio, in un Cantone sede di numerose e storiche aziende metalmeccaniche (Landys & Gys., Metall Zug SA…) e di tecnologia avanzata (Logitech International, Veeam Software, Amgen…) nonché di società del terziario avanzato. Una leadership politica di una regione fortemente industrializzata e tecnologicamente avanzata che può apparire sorprendente se si considera che nella limitrofa Zurigo sono il Partito socialista, i Verdi e l’UDC ad avere un ruolo preponderante. Ma che illustra bene le ambizioni nazionali del nuovo partito del Centro voluto da un altro Pfister (il presidente Gehrard Pfister), anch’egli di Zugo. Se la forza del sistema di governo elvetico sta nell’integrazione delle diverse culture storico-politiche, culturali e imprenditoriali del Paese, l’arrivo in Consiglio federale di Martin Pfister – figura di spicco e locomotiva del Governo di un Cantone vincente come Zugo – è di buon auspicio per l’Esecutivo federale. Che ha un gran bisogno di rafforzarsi, nei tempi incerti e insidiosi in cui viviamo.