Odermatt e i nuovi fenomeni
![](https://naxos-cdn01.gruppocdt.ch/cdt/stories/2025/02/09/1920x1080/6a8f2439-2f19-4403-9f6e-85207be1b5ea.jpeg)
Un’altra giornata di gloria, l’ennesima, per lo sci rossocrociato. I Mondiali di Saalbach hanno i volti sorridenti e quasi increduli, da bravi ragazzi, di Franjo Von Allmen e Alexis Monney. Il 23.enne bernese è il nuovo campione del mondo della discesa. Sì, la prova regina della rassegna iridata è rimasta terreno di caccia elvetico: dopo il trionfo di Marco Odermatt di due anni fa a Courchevel, ecco quello di Von Allmen sulle nevi austriache. Il 25.enne Monney torna invece a casa con una splendida medaglia di bronzo. Solo l’esperto Vincent Kriechmayr ha – solo parzialmente, si intende – rovinato la festa impedendo la doppietta alla Svizzera e tenendo alto l’onore dell’Austria. Ma poco importa. Von Allmen e Monney hanno saputo gestire con consumata maturità la pressione che gravava sulle spalle della nazionale elvetica. Una pressione figlia degli eccellenti risultati ottenuti in questa stagione in Coppa del Mondo. Al suo primo Mondiale e fino ad oggi senza vittorie in Coppa del mondo, Von Allmen ha fatto subito centro. Tecnica, sensibilità, coraggio e una buona dose di sana incoscienza. Nelle prove di velocità – lo dimostrano i risultati della stagione – la Svizzera ha pochissimi rivali.
E dire che dopo il ritiro di Beat Feuz si poteva pensare a un periodo più o meno lungo di vacche magre. O, in altre parole, a un fisiologico ricambio generazionale che potesse costringere la Svizzera a qualche stagione meno brillante, in termini di successi. Certo, con un fenomeno come Odermatt nessun risultato era ed è precluso, ma proprio le incredibili qualità di Odi rischiavano di mettere in secondo piano le potenziali difficoltà di una Svizzera che andava cercando una nuova generazione di protagonisti assoluti. Chi oggi ha i capelli bianchi non può scordarsi la discesa dei Mondiali del 1987, a Crans Montana, con quattro rossocrociati ai primi quattro posti: Peter Müller, Pirmin Zurbriggen, Karl Alpiger e Franz Heinzer.
Per rivivere le stesse emozioni ci sarebbe voluto l’acuto dell’immenso Odermatt, ma dopo aver dominato il superG, il 27.enne di Buochs – grande favorito della vigilia – ha dovuto accontentarsi del quinto posto. Odi sta diventando il Roger Federer dello sci, per il popolo rossocrociato: vederlo battuto lascia sempre un po’ di amaro in bocca. Un paio di errori di troppo, come lui stesso ha ammesso, lo hanno privato del podio. Ci si dimentica, a volte, che Odermatt non è un discesista puro. È talmente forte e dominante che sa vincere anche in discesa, ma esprime al meglio le sue straordinarie qualità in superG e in gigante. Discipline in cui, quando è al top, diventa quasi imbattibile. E proprio nel gigante in programma venerdì i suoi avversari dovranno fare attenzione alla voglia di rivincita del leone ferito. Potremmo vederne delle belle.
I Mondiali di Saalbach si sono dunque messi alle spalle le gare di pura velocità: e se la Svizzera degli uomini se la ride, quella delle ragazze invece piange. Inutile nascondersi dietro a un dito, le premesse e le speranze erano altre. A 33 anni Lara Gut-Behrami non deve più dimostrare nulla a nessuno, ma la controprestazione in superG e l’uscita di pista in discesa hanno lasciato un piccolo senso di incompiuto. La ticinese proverà a rifarsi in gigante, poi saluterà per sempre i campionati del mondo. Attendiamo con ansia il colpo di coda della campionessa.