Pensieri dal battellino

Panettone e cappuccino

La rubrica di Bruno Costantini
Bruno Costantini
21.12.2019 06:00

Caro Babbo Natale, è con sconcerto che io e Asia ti scriviamo dal nostro battellino carico di gazzosa e Barbera «fatto col mulo». Anche in questi giorni di pioggia e di nebbia abbiamo continuato con le nostre traversate verso Caprino, ma con un groppo in gola. Lo conosci don Emanuele Di Marco? È vicario parrocchiale della cattedrale di Lugano e direttore dell’oratorio di San Rocco; ha inventato e moltiplicato l’Ape Piaggio del cuore per raccogliere doni destinati alle famiglie bisognose. Insomma, un religioso in gamba, mica son tutti come il parroco di Torricella-Taverne che si comporta con toni e modi da marchese del Grillo o come il cappuccino porcellino condannato a tre anni per le sue benedizioni alle parti intime delle donne.

Però don Emanuele ha scritto che tu non esisti, che è semmai Gesù Bambino a essere esistito ma che nemmeno lui porta i doni. Lui propone di raccontare le cose come stanno. Hai capito? È ora di dire la verità (sembra di sentire Dick Marty quando faceva le sue requisitorie in tribunale e in parlamento): «Non Babbo Natale, non Gesù che porta i doni. I regali li portano papà e mamma, i fratelli, le sorelle, i nonni; gli amici compagni di scuola. Sono loro che hanno preso l’iniziativa di andare a cercare un regalo per te. Ti hanno pensato, hanno riflettuto su cosa ti piace. Hanno dedicato tempo e risorse per te, perché ti vogliono bene. Questo è il vero senso del dono che dobbiamo recuperare». Ma si può? Ma vuoi mettere il tuo Christmas truck della Coca Cola con l’Ape a tre ruote di don Emanuele? Intendiamoci, io e Asia qualche dubbio su di te l’abbiamo sempre avuto, a giudicare da certi regali che porti sembri anche un po’ rimbambito. Ma se passasse l’idea che non esisti crollerebbe tutto un impianto socioculturale, grandi e piccini sarebbero risucchiati in uno spaventoso buco nero valoriale, si spegnerebbero la magica atmosfera e la voglia di intimi pensieri natalizi, quelli che possono portare verso dolci e tormentose antinomie. Fra le grandi dispute della filosofia declinata nella modernità social – cane o gatto, mare o montagna, bagno o doccia, per dire – il trittico della natività è il più complesso: Babbo Natale o Gesù Bambino, Befana o Re Magi, panettone o pandoro. Ecco, prendi nota che io sono per il panettone e Asia per il pandoro e cerca di non lucrare sulla qualità, se non vuoi che ti mandiamo mastro Piff col gatto Mammone.

Soprattutto, cerca di essere generoso e puntuale. L’altro giorno abbiamo visto a uno sportello postale una signora tutta agitata con in mano la lettera del nipotino per te. Voleva sapere come fare a spedirla e ha tagliato subito corto: «Mi raccomando fatela partire in fretta, perché non voglio storie». Impegnati dunque anche per mettere al riparo gli adulti dalle vendette dei piccoli mocciosi. E già che ci sei porta un’Ape a don Emanuele perché, anche se parla con la sua visione pretesca che non è nella sensibilità di tutti, sai che sotto sotto ha ragione lui sul significato dei doni.

PS: Asia dice che devi farti regalare un «arbre magique» perché il tuo alito puzza di fogna. Magari te lo porta Gesù Bambino.