Piatto ricco mi ci ficco: il fenomeno Mirante

«Un risultato strepitoso». Alle parole dei politici bisogna sempre mettere la tara, soprattutto quando parlano di loro stessi, ma questa volta bisogna riconoscere ad Amalia Mirante d’aver definito correttamente il suo exploit di domenica al ballottaggio per il Consiglio degli Stati. Il risultato dell’esponente di Avanti con Ticino&Lavoro, che ha raccolto ben 19.527 voti, anche se distante dalla soglia per l’elezione per molti aspetti è il dato più interessante dell’ultimo atto ticinese delle elezioni federali 2023, forse più della stessa vittoria abbastanza scontata del democentrista Marco Chiesa e del centrista Fabio Regazzi e dell’altrettanto preventivabile sconfitta del liberale-radicale Alex Farinelli e della verde Greta Gysin.
Esattamente un anno fa al congresso socialista di Bellinzona, in un’interminabile giornata di sbrodolamenti parolai finiti come il dibattito fantozziano sulla «Corazzata Kotiomkin», il PS confermò quanto già deciso in modalità bulgara dai vertici per blindare la candidatura al Consiglio di Stato dell’allora consigliera agli Stati Marina Carobbio ed escludere dalla corsa Amalia Mirante. Probabilmente oggi i compagni non rifarebbero lo stesso, inutile, errore (o forse sì, perché sono testardi) che ha portato alla nascita di Avanti con Ticino&Lavoro, movimento che ovviamente erode consensi a sinistra, ma non solo. Nell’aprile scorso ha portato tre deputati in Gran Consiglio, a queste elezioni federali ha ottenuto buoni risultati e ora guarda alle Comunali. Mirante può piacere o non piacere, ma ha avuto fegato e determinazione. In poco tempo è diventata un fenomeno politico. La sua azione è ancora difficile da decifrare, il quadriennio cantonale ci dirà se si tratta di un fuoco di paglia o se dietro ai sorrisetti, alle immagini dei brindisi sui social, alle frasi vaghe e ai concetti che più o meno tutti potremmo esprimere (per esempio sulle distorsioni del mercato del lavoro), nel solco di un socialismo che non vuole essere massimalista ma non si capisce cosa sia, c’è una capacità incisiva del movimento. Quel che è certo è che la spinta venuta dall’errore del congresso del PS di un anno fa avrà forza propulsiva ancora per qualche tempo. Fino alle elezioni comunali del 14 aprile prossimo di sicuro. Mirante ha capito dove affondare il colpo creandosi anche una grande vetrina: Lugano. Nella più importante città del Ticino nessuno dei partiti maggiori, tranne Il Centro, può stare tranquillo e dirsi in splendida forma. I socialisti, dalla voce sempre più flebile, sono quelli messi peggio.
La copresidenza sezionale (peraltro debole come quella cantonale) non vuol ricandidare la municipale uscente Cristina Zanini Barzaghi, che invece intende chiedere una deroga statutaria per presentarsi alla quarta legislatura. Deciderà l’assemblea tra poche settimane. Non vi sono però altri grandi nomi all’orizzonte e si sa che la sezione socialista di Lugano ha una consolidata tradizione di beghe e veleni nella preparazione delle liste per il Municipio. Se poi si considera che i Verdi hanno mandato a quel paese l’alleanza elettorale con il PS, dopo i pesanti giudizi di incapacità già rivolti dall’ex capogruppo Nicola Schönenberger alla municipale rossa, si ha il quadro della situazione. Seggio traballante nell’Esecutivo? Piatto ricco mi ci ficco, pensa Mirante. O, come diceva Mao, «grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente» per andare a mestare nel calderone luganese. I vertici socialisti sono pronti a far spallucce come dopo lo schiaffone ricevuto dai Verdi? L’odierno capogruppo di quest’ultimi, Danilo Baratti, con la precisione dello storico mi segnala che la grande «gnoccata» elettorale organizzata dal Centro a Pregassona per sostenere la candidatura di Fabio Regazzi agli Stati non è un’invenzione degli ex popolari-democratici, perché a Lugano già nel 2004 si svolse la «gnoccata socialista», «perturbante frontiera» delle feste sezionali. A Regazzi ha portato bene. Chi mangerà più gnocchi a Lugano nell’aprile prossimo tra socialisti e avantisti ticinolavoristi?