Armi

Quell’eredità subdola e letale che continua a mietere vittime

La Svizzera presiederà la seconda Conferenza di Revisione della Convenzione sulle munizioni a grappolo dal 23 al 27 novembre a Losanna - L’opinione della presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga e del presidente del CICR Peter Maurer
Simonetta SommarugaePeter Maurer
27.07.2020 06:00

Con i loro colori vivaci, attirano la curiosità dei bambini. E sono spesso proprio i bambini che le fanno esplodere, perdendo un braccio, una gamba, o la vita. Le munizioni a grappolo rientrano tra le armi più subdole al mondo.

Che siano sganciate da aerei o lanciate da terra, le munizioni a grappolo hanno lo scopo di colpire bersagli in un’area corrispondente a diversi campi di calcio ricoprendola di piccole submunizioni esplosive. Tuttavia, queste piccole bombe spesso non esplodono come previsto, rimanendo disseminate nel terreno per anni, o persino decenni, dopo la fine di un conflitto, pronte a colpire ogni uomo, donna o bambino che le tocchi o le calpesti.

Netta riduzione
Quest’eredità letale della guerra non è inevitabile. Proteggere i civili e assicurare il rispetto del diritto umanitario internazionale sono obiettivi della politica estera della Svizzera, nonché una missione centrale del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR). Entrambi si adoperano per prevenire e lenire gli effetti delle munizioni a grappolo, nonché per migliorare la riabilitazione e la qualità di vita delle vittime.

La buona notizia è che esiste un trattato che mette al bando questi ordigni che colpiscono in modo indiscriminato e inaccettabile. Questa settimana ricorre il decimo anniversario della Convenzione sulle munizioni a grappolo, entrata in vigore il 1. agosto del 2010. Finora 108 Paesi hanno firmato questo importante trattato umanitario, il quale vieta l’impiego, la fabbricazione, il trasferimento e il deposito di tali armi. Gli Stati parte alla Convenzione si sono impegnati a distruggere tutte le munizioni a grappolo in loro dotazione, a decontaminare le aree interessate e a fornire sostegno alle vittime. Finora hanno provveduto a eliminare circa 1,5 milioni di munizioni a grappolo immagazzinate, assicurando così che non verranno mai più utilizzate. In alcuni Paesi, vaste aree sono state bonificate in modo tale che i bambini possano recarsi a scuola e gli adulti al lavoro senza temere il peggio.

La Convenzione sulle munizioni a grappolo ha comportato una netta riduzione nell’impiego di tali armi, anche da parte di Stati che non l’hanno ancora firmata, contribuendo a salvare innumerevoli vite umane.

Un’operazione lenta
Nonostante questi notevoli sforzi, queste armi uccidono e feriscono ancora un numero elevato di persone ogni anno. Negli ultimi anni l’impiego di munizioni a grappolo è stato segnalato in Paesi quali la Siria, lo Yemen, la Libia, nonché in altri contesti in cui i civili ne sopportano le conseguenze. Inoltre, molti Paesi rimangono contaminati da tali ordigni ben oltre la fine dei conflitti armati. La loro rimozione è un’operazione lenta e pericolosa a causa delle innumerevoli piccole bombe inesplose e della loro instabilità – un movimento lievissimo può causare un’esplosione. Affermiamolo in termini inequivocabili: qualsiasi uso, da parte di chiunque, in qualsiasi luogo, è da condannare.

La Svizzera ospiterà e presiederà la seconda Conferenza di Revisione della Convenzione sulle munizioni a grappolo, prevista a Losanna dal 23 al 27 novembre. Tali conferenze si tengono a scadenze quinquennali e svolgono un ruolo centrale nell’accertamento dei progressi ottenuti dall’entrata in vigore di una convenzione. In collaborazione con partner quali il CICR, la Svizzera si adopererà per portare avanti l’obiettivo di un mondo senza munizioni a grappolo, invitando in particolar modo gli Stati che non l’hanno ancora firmata a procedere in tal senso appena possibile. Questi impegni sono irrinunciabili se s’intende raggiungere l’obiettivo di un mondo senza munizioni a grappolo. Occorre riuscire a concludere l’eliminazione delle riserve di tali armi e bonificare tutte le aree contaminate, come pure fornire assistenza a tutte le vittime. La Convenzione sulle munizioni a grappolo ha contribuito in modo sostanziale a proteggere i civili dagli effetti delle guerre. Le azioni collettive hanno un enorme potenziale: se gli Stati, le organizzazioni internazionali e la società civile collaborano, sarà possibile realizzare un cambiamento reale e prezioso. Ne va della vita di innumerevoli civili.

Simonetta Sommaruga, presidente della Confederazione

Peter Maurer, presidente CICR