Telefono senza fili
Al termine di ogni partita, salvo rare eccezioni, Mattia Croci-Torti e Carlos Da Silva analizzano insieme, e a caldo, le prestazioni del Lugano. Poi ognuno va per la sua strada e - in particolare di fronte a taccuini e microfoni - va in scena un rispettoso gioco delle parti. Con l’allenatore che preferisce porre l’accento su un aspetto e il direttore sportivo che, al contrario, chiede di spostare i riflettori su altro. Ieri, va da sé, si è discusso anche di mercato, complici l’assenza di novità e la finestra estiva pronta per essere chiusa. Il ds: «In queste settimane si è parlato tanto di attaccanti, Vladi però ha segnato a Istanbul e Przybylko con il San Gallo. Forse è meglio concentrarsi sulla fase di possesso e sui tanti gol presi». Il tecnico, qualche minuto dopo: «Ma in campionato, in media, incassiamo un gol a partita. L’attaccante? Con tutti gli impegni che abbiamo, se arrivasse qualcuno davanti potremmo darci una grossa mano». Ah, ecco. Torniamo a Da Silva. «Valutiamo e decidiamo insieme al mister. Nel ruolo di punta abbiamo esaminato due-tre profili, che non sono piaciuti al Crus. E allora non ha senso agire. Preferiamo dare fiducia a chi c’è». Vladi e Przybylko, appunto, con il primo che ieri è entrato con un atteggiamento pessimo e il secondo che in Europa rimane un oggetto misterioso. «La società deve decidere il profilo giusto» indica da parte sua Croci-Torti, puntualizzando gerarchie e potere decisionale in materia di trasferimenti.
La verità è che entrambi, da qui a Natale, saranno attesi al varco. La scorsa stagione il Lugano ha fatto grandi cose nonostante l’assenza di alternative nel ruolo di terzino destro. Vero. E però, è doveroso ricordarlo, la macchina bianconera ha accelerato prepotentemente nel girone di ritorno, una volta liberata dal gravoso carico europeo. Si è deciso di viaggiare in quarta anche questo autunno, orfani del bomber designato e immusonito. Siamo curiosi di scoprire se basterà.