Tra realtà e fantasia
Negli scorsi giorni, con il battellino attraccato davanti a Palazzo Civico in attesa dei rifornimenti di Barbera fatto col mulo da portare agli amici dei territori d’oltre lago, ci è parso di capire che il sindaco di Lugano Michele Foletti spedirebbe volentieri sul pianeta rosso il collega socialista Raoul Ghisletta che, con proditoria azione da scassamaroni tanto per scassare la collegialità municipale, ha fatto il matto con un ricorso sul consuntivo 2023 della Città, appigliandosi a una questione di tecnica contabile sulla cassa dei pompieri. Nessuno ha rubato e la cosa è un po’ loffia, un pretesto che comunque non è all’altezza degli epici incendi in Governo di quasi trent’anni fa con Pietro Martinelli che promuoveva i referendum contro la collega Marina Masoni sulla politica fiscale impipandosene della collegialità. Si menavano, eccome, ma producevano anche idee sulle quali confrontarsi per il futuro del Paese. Con tutto il rispetto, la cassa dei pompieri non ci porta da nessuna parte. Foletti in ogni caso non deve preoccuparsi, primo perché ha un collega di Esecutivo e di partito che da direttore del Mattino ha già reso da anni la collegialità municipale un concetto superato, secondo perché tanto prima o poi Elon Musk ci deporterà tutti su Marte, non solo Ghisletta. Asia è quasi entusiasta dell’idea perché finalmente avrebbe l’occasione di incontrare dei marziani ai quali chiedere un parere sulle vicende ticinesi. L’uomo più ricco del mondo, imprenditore di successo con il pallino di voler impiantare un microchip nei nostri cervelli e con la protervia di bullizzare le democrazie altrui (anche i sovranisti nostrani in estasi per il sovranismo trumpiano dovrebbero stare in guardia), ha indubbiamente una genialità visionaria sul futuro, in contrasto con l’immagine crepuscolare della gerontocrazia al potere venuta dall’incontro davanti al caminetto tra il presidente uscente degli Stati Uniti Joe Biden e il nuovamente entrante Donald Trump. Il quale ritorna portandosi appresso Musk con il ruolo di riformatore dell’amministrazione pubblica statunitense per spazzar via il potere degli apparati burocratici. È un’impresa erculea anche per uno svalvolato conquistatore della galassia immerso nell’intelligenza artificale, cioè non un destrorso nostrano qualsiasi che raccoglie firme per dare una lezione a fuchi e superfuchi cantonali. Dovesse riuscirci sarebbe da inaggagiare pure da noi anziché perdere tempo e milioni in mandati di consulenza da parte di enti pubblici che dovrebbero invece risparmiare sulle spese di funzionamento, a iniziare dalla Confederazione con la presidente Viola Amherd che da buona centrista applica grande generosità cristiana verso il prossimo. La mia amica microionfluencer del lago e content creator spera davvero che arrivi un Musk a sistemare anche l’amministrazione cantonale e in particolare il fisco. Ha infatti appreso con preoccupazione che la Divisione delle contribuzioni va a ficcare il naso negli affari delle influencer come lei, proprio ora che, con l’intento di far soldi senza lavorare, voleva sbarcare su OnlyFans mettendo video e foto dei suoi piedi ripresi sul battellino, offerta esclusiva per raffinati feticisti «on the boat». Questo pubblico dei social merita senz’altro di essere spennato con premio etico-fiscale per chi spiuma. Ma c’è un abisso tra fantasia e realtà. Sarà allora Elon Musk a realizzare i sogni di Asia, magari quando saremo su Marte a spiumare i marziani?