Un Eldorado chiamato Zugo

Nel 2021, il consuntivo del Canton Zugo si è chiuso con un avanzo di quasi 300 milioni. Un risultato che è l’ennesima conferma di una situazione finanziaria molto solida, come ha rilevato gongolando il direttore delle finanze cantonali Heinz Tännler presentando i conti. In un anno di pandemia, l’attivo è sorprendente. L’impegno per la lotta alle conseguenze della pandemia sono state infatti rilevanti nel cantone, che è fortemente industrializzato: «Abbiamo aiutato in modo sostanziale più di 600 aziende - ha dichiarato Tännler -. E grazie a una riduzione temporanea dell’aliquota fiscale e un aiuto diretto a istituzioni culturali e sportive abbiamo potuto alleviare le conseguenze finanziarie negative per la popolazione». Concretamente, nel quadro del programma di misure di rigore, sono stati elargiti - in larga parte a fondo perduto - 115 milioni di franchi e gli inquilini hanno potuto ridurre dalla dichiarazione di imposta quasi un terzo del costo delle pigioni. La situazione finanziaria generale si conferma molto positiva. Gli 83 milioni di franchi di investimenti netti consentiti durante il 2021 sono stati finanziati dal Cantone attraverso fondi propri. Il grado di autofinanziamento è del 433,4%, ciò che permette a Zugo di disporre di un’elevata liquidità. A fine anno, il capitale proprio era di 1,6 miliardi. È grazie ad una situazione così florida che il Cantone può permettersi di continuare a praticare una fiscalità estremamente conveniente: a Zugo, nel 2021, le imposte sul reddito erano al 22,4% (in Ticino al 40%). Una situazione che gli impone anche importanti oneri di solidarietà con i Cantoni finanziariamente più deboli. Con un contributo di 332 milioni, si colloca al secondo posto (dopo Zurigo) fra i Cantoni pagatori della perequazione finanziaria. Zugo è un Eldorado, certamente. Ma non può essere liquidato frettolosamente come un mero paradiso fiscale: così come spesso vien fatto invidiosamente per la Svizzera intera.
L’Eldorado di Zugo viene da lontano. Dalla geografia, che lo colloca a un tiro di schioppo dalla capitale economica del Paese, Zurigo, del cui slancio economico approfitta per l’insediamento di aziende ad alto valore aggiunto tecnologico ed industriale (di cui la Landis & Gyr è l’emblema). Ma anche da un forte spirito imprenditoriale che realizza una sintesi, rara in Svizzera, fra le due grandi culture storiche del Paese: quella protestante della vicina Zurigo e quella cattolica che Zugo condivide con la vicina Svizzera centrale. L’Eldorado di Zugo resisterà anche alla guerra aperta contro gli oligarchi e i commercianti di materie prime russi cui la Svizzera si è associata dopo l’invasione dell’Ucraina? La pressione è molto forte anche e soprattutto a Zugo, sede di numerosissime aziende e società internazionali. Il consigliere di Stato Heinz Tännler - figlio di un dirigente della Landis & Gyr e ambizioso «golden boy» della politica cantonale passato dal PLR all’UDC - non perde la calma e parla chiaro (contrariamente ad altri esponenti del suo partito): «Quanto accade in Ucraina è una catastrofe umanitaria e il colpevole ha un nome: Vladimir Putin. Deve rispondere dei suoi atti davanti ad un tribunale internazionale». Giudica positivamente Ignazio Cassis e afferma che «il modo con cui il Consiglio federale interpreta la neutralità nella situazione attuale è ragionevole». Sull’applicazione delle sanzioni chiede tuttavia che i Cantoni si muovano non in modo arbitrario, «non in base a speculazioni, ma conformemente a indicazioni chiare che la Confederazione deve fornire». E aggiunge che quanto la Svizzera sta facendo («dopo un inizio tentennante») sul fronte dei beni confiscati «va molto al di là di quanto fanno ad esempio l’Olanda oppure la Francia o la Germania». Zugo non sanziona Viktor Vekselberg? Il consigliere di Stato replica che egli non appare sulla lista delle sanzioni dell’UE, lista che serve da riferimento per la Svizzera. «E quindi anche per il Canton Zugo».