L'opinione

Con Maja Hoffmann inseriti nel Mondo

L'opinione di Marco Solari, presidente del Locarno Film Festival
©Samuel Golay
Marco Solari
07.08.2023 06:00

Come ogni impresa in economia, il Locarno Film Festival non si è sviluppato in forma lineare ma a tappe. E ogni tappa successiva diventa sempre più difficile: in 23 anni sono riuscito a superarne molte, dalla crisi di inizio 2000 all’aver assicurato le finanze del Pardo anche grazie a una solida rete di conoscenze e relazioni in Svizzera. Oggi il Festival ha raggiunto una dimensione tale che questa rete non è più sufficiente ed è necessario guardare a contatti e sponsoring internazionali che io non ho. Si trattava dunque di trovare non solo una personalità con buone relazioni politiche ed economiche in Svizzera, ma che potesse proiettare il Festival in un’altra dimensione. Inoltre era imprescindibile che il profilo cercato avesse un’immensa passione per la cultura. Maja Hoffmann, che in tanti chiamano la Grande Dame della cultura, ha una rete di relazioni impressionanti in tutto il mondo. Era pressoché impossibile trovare una figura migliore in questo senso. Ovviamente in questo cambio di paradigma c’è un prezzo da pagare: il Ticino dovrà rinunciare a un presidente continuamente presente sul territorio e che si occupa intensamente degli sponsor, accettando che una figura come Maja Hoffmann continui a coltivare le sue relazioni internazionali. È una cittadina del mondo e il Locarno Film Festival ha proprio bisogno di questo per continuare il suo percorso di crescita. Peraltro è una persona che ama il Ticino e ha già dichiarato di essere pronta a inserire Locarno nella sua visione globale della cultura nel mondo. Il Pardo avrà quindi un ruolo di rilievo nelle sue attività e sarà inserito in un sistema mondiale senza tuttavia perdere la sua ticinesità, che sarà salvaguardata da una maggiore importanza del CdA, da un rafforzamento della direzione operativa e, con ogni probabilità, da una vicepresidenza ticinese.

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