Conversando con un chatbot
«Come si possono sostituire i fuochi d’artificio?». A Zurigo - dove per il Zürifäscht e Silvester sono opulenti - se ne discute. Gli spettacoli sono sfarzosi ma producono tonnellate di polveri fini (le peggiori per la salute) e lasciano nel lago un sacco di metalli indigesti. Come sostituirli? Ho chiesto a ChatGPT. Che sta per Chat Generative Pre-trained Transformer, un chatbot intelligente con cui conversare. È stato sviluppato da OpenAI e fa parte di un progetto di ricerca senza scopo di lucro. Progetti e brevetti sono a disposizione di tutti. Un modello linguistico addestrato a trovare la connessione più probabile fra le parole con l’obiettivo di sviluppare «un’intelligenza artificiale amichevole».
La domanda l’ho scritta in inglese, pensando che ovviamente avrebbe capito solo l’inglese. La risposta davvero esauriente e dettagliata mi ha lasciato senza parole. Poi ho ripetuto la stessa domanda in italiano. Beh, l’accuratezza del testo e dei contenuti anche in italiano non me la aspettavo. ChatGPT parla diverse lingue e «ragiona» differentemente. Per esempio in italiano consiglia di sostituire i fuochi d’artificio anche con danze e musica. In inglese no, solo soluzioni tecniche (laser, led, proiezioni e altro).
Negli ultimi anni anche i più entusiasti dello sviluppo tecnologico hanno faticato a vedere progressi davvero capaci di stupire. Bisogna accontentarsi della blockchain che da anni tenta di venderci una versione astrusa per fare pagamenti oppure del metaverse - alzi la mano a chi interessa veramente. Ma ChatGPT è davvero innovativo e potrebbe cambiare il modo di lavorare. Oppure di studiare, perché se usato furbescamente può invalidare qualsiasi sforzo di testare gli studenti. ChatGPT è ancora ai primi passi, si tratta ancora di un progetto di ricerca e il suo CEO Sam Altman avverte: «Sarebbe un errore fidarsi delle risposte per questioni importanti». Le risposte non sono forse perfette, ma incredibilmente sofisticate, quello sì. Il sistema usa la domanda per costruire la risposta basandosi su una quantità ciclopica di dati disponibili online e ingurgitati negli scorsi anni. E le risposte non sono come quelle che fornisce Google - una lunga serie di link infarciti da pubblicità e certamente non elencati in base alla loro credibilità o autorevolezza. Probabile che ChatGPT a breve sostituisca Google e Bing. Proprio perché a una domanda segue una risposta concreta, ben formulata e comprensibile. Certo, poiché pesca in un mare di dati capita che mescoli la realtà con la fantasia. Intanto scrive canzoni e se gli si chiede di produrre un bilancio aziendale, lo fa e in una forma assolutamente presentabile, certo i dati se li inventa.
Per adesso è ancora in fase di sviluppo. Chi lo usa è incoraggiato a giudicare le risposte. Sono corrette, abbastanza precise e logiche? La tecnica usata qui si chiama reinforcement learning e permette al sistema di capire se sbaglia, se parte da premesse imprecise o false - e migliorare. È già di più di quello che sono disposti a fare alcuni umani. Quando si accede, ChatGPT ricorda che il suo obiettivo è imparare nell’interazione con gli utenti. E avverte «abbiamo introdotto varie protezioni ma il sistema può produrre contenuti incorretti e fuorvianti oppure offensivi». Anche se poi in realtà ChatGPT su questioni opinabili è molto prudente e meno apodittico nell’esprimere giudizi di tante persone che conosco. In una discussione (reale) sento dire raramente «ci sono anche convinzioni diverse su questa questione, cerca di apprezzare le diverse prospettive».
Provare per credere, https://chat.openai.com/chat. E soprattutto provare per divertirsi. Ho chiesto a ChatGPT quali siano i migliori auguri per l’anno nuovo. Mi ha risposto che ci sono molti modi per fare gli auguri e me ne ha elencati una dozzina spiritosi e creativi, dicendo: «Ricordati però sempre di personalizzare gli auguri». E poi ha aggiunto: «Buon 2023!». Sì, mi ha fatto anche gli auguri.