L'editoriale

Alla Commercio un fatto grave, ma attenzione agli isterismi

Preoccupiamoci di quanto successo, sì, tuttavia senza perdere la nostra cultura e la nostra civiltà
© Ti-Press/Elia Bianchi
Paride Pelli
04.06.2024 20:30

I fatti accaduti lunedì alla Scuola cantonale di Commercio a Bellinzona sono giustamente preoccupanti. Che un allievo di soli 15 anni ritenga di poter minacciare impunemente una docente mostrandole il calcio di una pistola - non importa se finta, come poi è stato appurato - è qualcosa che è e deve restare inammissibile su tutta la linea. Certo, la scuola ha reagito bene, la Polizia anche, i ragazzi evacuati dalle classi sono rimasti tranquilli, un supporto psicologico è stato messo a disposizione di chi ha vissuto con troppo spavento quegli attimi, oggi si è tenuta una plenaria aperta a tutti, ai docenti come agli allievi, per elaborare insieme l’accaduto, e le lezioni sono già riprese nella piena normalità. Ma il segnale resta e va colto in tutta la sua forza negativa. Senza tornare a sei anni fa, quando sono scattate le manette per un 19.enne sospettato di voler compiere una strage, peraltro nella stessa scuola, occorre tener presente che quasi sempre un evento come questo resta nella memoria collettiva e non fa bene al processo educativo nella sua interezza.

Che qualche adolescente dalla mente troppo fragile - e ce ne sono anche in Ticino - possa subirne il fascino malvagio, è una eventualità che bisogna considerare, per scongiurarla. In questi casi, la via maestra è il dialogo trasparente con tutti gli studenti (la plenaria è un’ottima idea), un aumento, pur se impegnativo, dell’attenzione psicologica e pedagogica da parte dei docenti e la richiesta ai genitori e alle famiglie di essere più presenti, stabili e risolute nel rapporto con i figli, poiché è sempre in casa che si costruisce la prevenzione migliore e più efficace. Ora i due ragazzi, con i loro genitori, dovranno mettercela tutta, ça va sans dire, per non permettere a un gesto altamente sconsiderato di rovinare la loro adolescenza e perfino la loro vita. Per quanto riguarda un aumento dei controlli, invece, abbiamo sentito nelle ultime ore alcune proposte eccessive, come i metal detector all’ingresso: ma essi trasformerebbero le scuole in prigioni. Preoccupiamoci, sì, ma senza perdere la nostra cultura e la nostra civiltà. E senza farci prendere dagli isterismi.

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