Asse Nord-Sud, un rompicapo da risolvere
Meno di una settimana fa, a corredo del rapporto sulla viabilità 2023, l’Ufficio federale delle strade (USTRA) scriveva che la rete nazionale è ormai vicina alla saturazione. Tradotto, significa che con questi livelli di traffico veicolare l’attuale infrastruttura non potrà reggere ancora a lungo. Nel documento si analizzavano nel dettaglio le aree maggiormente sotto pressione e fra queste, manco a dirlo, c’era il San Gottardo. «Il motivo è da ricercare nel continuo aumento del traffico» lungo l’asse Nord-Sud. Un fenomeno inesorabile, accelerato in questi anni dagli aumenti dei prezzi dei trasporti aerei seguiti alla pandemia e da un’incertezza economica che spingono sempre più persone ad affidarsi ancora all’automobile per recarsi in vacanza. Un turismo di massa che la nostra regione intercetta soltanto come via di passaggio e solo in piccolissima misura come indotto economico, ma che genera continui disagi sull’intera rete viaria ticinese.
Con la devastazione della A13 dopo il nubifragio di venerdì scorso, le conclusioni a cui erano giunti gli esperti nel rapporto sono purtroppo già una realtà. Lungo il San Bernardino non si transiterà – se tutto andrà secondo i piani di ripristino – per almeno un mese, senza contare che successivamente il traffico potrebbe essere dosato nella zona colpita. Ciò significa che i 15 mila veicoli al giorno che in media scorrono lungo l’asse mesolcinese durante l’estate, si riverseranno in gran parte sul San Gottardo, intasando all’inverosimile una zona normalmente già caotica. Secondo i calcoli dei responsabili dell’USTRA, lo scenario di 40 mila veicoli giornalieri ai portali della galleria autostradale non sarà soltanto un’ipotesi, ma diventerà presto una realtà.
Uno scenario inquietante, e che porta con sé dei rischi: se prendiamo i dati mensili dei passaggi al San Gottardo negli ultimi anni (la fonte è il Dipartimento del territorio), notiamo un picco di 27.200 passaggi raggiunto nel luglio del 2021, l’estate successiva al lockdown. Ma oggi, con la chiusura della A13, siamo oltre ogni scala di misura. Come gestire livelli di traffico così estremi con code che diventeranno infinite? Che cosa fare quando la galleria subirà chiusure temporanee a causa di guasti o incidenti? Servono risposte urgenti a un sovraccarico (per ora potenziale) mai visto. L’informazione ai Paesi limitrofi è una via percorribile, anche se sull’efficacia qualche dubbio permane. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di consentire ai veicoli pesanti il transito notturno, come ventilato, oppure ancora l’apertura quotidiana della corsia Cupra che porta direttamente ai Passi. In attesa naturalmente delle FFS, che potrebbero comunicare novità sul potenziamento dell’offerta. Tutte risposte all’emergenza misurate alle possibilità. Sul fondo, resta però l’allarme dell’USTRA: la rete viaria nazionale è satura. Il problema va quindi affrontato nel suo complesso, e in tempi rapidi.