L'editoriale

Bellinzona, dopo aver seminato, raccoglie

La prossima legislatura sarà quella della concretizzazione di alcuni dei progetti strategici, propulsori dell’aggregazione
Alan Del Don
05.01.2024 06:00

Pittore inglese, William Turner fra il 1841 ed il 1843 dipinse Bellinzona da ogni angolazione, con un occhio di riguardo per i castelli. I suoi acquerelli, conservati nientemeno che alla Tate Modern di Londra, raffigurano la città prima che nei decenni seguenti finisse al centro di significativi interventi urbanistici. Pensiamo solo alla demolizione delle porte che ne contraddistinguevano la rete viaria, alla realizzazione della stazione e del viale e all’edificazione di quelle Officine FFS che a loro modo avranno un peso determinante pure nella Turrita del futuro. Una trasformazione radicale proseguita nel secolo seguente e che, appunto, non è ancora finita.

Quest’anno saranno trascorse sette primavere dalla nascita della nuova capitale: pare che la prima cosa che farà il Municipio che uscirà dalle urne il 14 aprile (si va verso un Esecutivo fotocopia, Simone Gianini a parte) sarà andare in missione a Scarpapè per scongiurare la crisi del settimo anno. Scherzi a parte, è adesso tempo di raccogliere i frutti di tanto lavoro in un contesto che, a livello finanziario, vede Bellinzona rincorrere l’equilibrio: dovrebbe raggiungerlo fra 4-5 anni. La prossima legislatura sarà in definitiva quella della concretizzazione di alcuni dei progetti strategici, propulsori dell’aggregazione. Entro la primavera conosceremo contenuti e tappe della valorizzazione della Fortezza attraverso un’offerta divulgativa e storica più accattivante. Riuscire ad attirare più visitatori degli attuali 100.000 (fra paganti e non) significherebbe creare maggiore indotto e vitalità nel centro storico. Il potenziale è enorme, perché si ha la sensazione che il marchio Unesco ottenuto quasi cinque lustri fa non sia ancora stato sfruttato appieno.

Proseguirà poi l’iter, non privo di ostacoli, come testimoniano i ricorsi inoltrati al Governo contro la variante pianificatoria, per dare vita all’innovativo comparto che prenderà il posto dell’Officina. Un progetto ambizioso, senza precedenti in Ticino, all’interno del quale troverà spazio pure la ricerca. Un settore, quello delle scienze della vita, sul quale il Municipio ha puntato con convinzione. Il recente studio sulle ricadute economiche ha sancito che la scelta si sta rivelando più che mai azzeccata. Nel contempo la Città sarà chiamata a confermare quell’attenzione accresciuta verso i quartieri avuta in questo triennio; pensiamo, solo per fare degli esempi, ai problemi idrici in Valle Morobbia e a Preonzo e Moleno, alla ristrutturazione dell’ex casa comunale di quest’ultimo paese, alla rivitalizzazione del fiume Ticino, alla riqualifica dell’ex oratorio di Giubiasco. Un dossier che terrà banco, infine, sarà quello dell’edilizia scolastica. Per ovviare al deficit di investimenti di ben 73 milioni non basteranno dei cerotti.

Ma sarà altresì un quadriennio in cui i partiti saranno chiamati a preparare il terreno per il profondo ricambio in seno all’Esecutivo che avverrà nel 2028. Quando Mario Branda si farà da parte (l’imminente legislatura dovrebbe infatti essere l’ultima a Palazzo Civico) difficilmente il Partito socialista riuscirà a difendere la poltrona di sindaco. Il PLR sta forgiando Fabio Käppeli per riprendersi il timone della capitale dopo un ventennio. Il presente ed il domani hanno soprattutto il loro volto. Chissà come li avrebbe dipinti Turner, pittore-poeta della Città che fu. Di sicuro non a bordo della valorosa nave Téméraire. Con ogni probabilità avrebbero fatto capolino in «Pioggia, vapore e velocità». Il treno ha segnato, e segnerà, il destino di Bellinzona. Dopo le elezioni altre fermate e nuovi orizzonti l’attendono.