L'editoriale

Campo Marzio, la via è tracciata

Il nuovo Polo congressuale è uno dei progetti simbolo di Lugano – della grande Lugano post-aggregazioni, soprattutto – che dovrebbe dare lustro alla Città, al pari di altri due Poli: quello culturale, il LAC, e quello sportivo a Cornaredo
Nico Nonella
21.12.2023 06:00

Il nuovo Polo congressuale al Campo Marzio è uno dei progetti simbolo di Lugano – della grande Lugano post-aggregazioni, soprattutto – che dovrebbe dare lustro alla Città, al pari di altri due Poli: quello culturale, il LAC, e quello sportivo a Cornaredo. C’è però un piccolo dettaglio che li differenza: se il LAC è stato costruito e il PSE è in cantiere, il Campo Marzio resta per ora uno dei tanti desiderata della politica. Lo è da almeno 20 anni: ossia da quando, a inizio secolo, ci si è resi conto che l’attuale infrastruttura iniziava ad accusare il peso degli anni.

La grande e scomoda verità era sotto gli occhi di tutti: serve una struttura al passo con i tempi, considerato che l’altro polo congressuale, il Palazzo dei Congressi, non è certo nel fiore degli anni. E così, dopo aver arrancato per anni come un’utilitaria sovietica alla 24 ore di Le Mans – non sempre per colpa del Municipio, va detto: basti pensare al concorso annullato nel 2021 a causa di lacune nelle proposte dei privati – tredici mesi fa il dossier ha subito una prima accelerata. Questa volta l’Esecutivo, memore delle pistolettate scambiate in Consiglio comunale tra i vari schieramenti politici e del referendum, ha voluto coinvolgere da subito il Legislativo per arrivare, se possibile a un consenso già nelle battute iniziali.

Diteci come lo volete e come realizzarlo, è stato in sintesi l’invito al Consiglio comunale. La cui risposta, attraverso la sua Commissione della pianificazione prima e martedì in aula poi, è arrivata dopo oltre un anno di lavori. Il Municipio avrebbe voluto preparare un precontratto di partenariato pubblico-privato con le due aziende interessante a costruire per poi allestire la necessaria variante pianificatoria. Insomma, una sorta di «pacchetto unico» per guadagnare tempo, ma dalla politica è arrivato l’altolà. In Commissione è stato trovato un compromesso, già recepito dal Municipio, in base al quale prima andrà elaborata la variante di Piano regolatore e solo dopo l’Esecutivo dovrà approvare un messaggio per le successive fasi di sviluppo del Polo, che potrà dunque includere la proposta di partnership pubblico-privata.

Ciò che va tenuto bene a mente è che con questo cambiamento deciso legittimamente dal Legislativo il progetto potrebbe subire un rallentamento, anche se il Consiglio comunale ha già promesso di non volersi mettere di traverso una volta presentata la nuova variante di PR. Prima, però, bisognerà allestirla, trasmetterla al Cantone e mandarla in consultazione. E non va dimenticato uno degli sport cantonali più amati: i ricorsi.

L’accordo trovato in Commissione e approvato praticamente all’unanimità dal Consiglio comunale non tragga in inganno: l’intesa politica è stata trovata sulla via da percorrere, la quale resta però tutt’altro che in discesa. I vari schieramenti hanno già sollevato critiche e proposto dei desiderata su alcuni contenuti, come alloggi a pigione moderata e maggiori spazi verdi. Del Campo Marzio ha fatto sempre discutere il futuro impatto dei contenuti residenziali, quelli che servono a finanziarlo. Meno ne fai costruire, più costerà. E di soldi, la Città non ne ha moltissimi. Insomma, lo scontro politico, quello vero, è stato spostato al momento dell’allestimento della variante di Piano regolatore, ed è probabile che l’intesa in Consiglio comunale non sarà più unanime ma a maggioranza. Il 2024 si prospetta decisamente caldo. D’altronde il nome Campo Marzio, condiviso anche con il quarto rione di Roma, ancora oggi ricorda Marte, il dio della guerra. Vorrai mica deluderlo?