L’opinione

Esperimenti sugli animali: no ad un’iniziativa estrema e dannosa

Fabio Regazzi, consigliere nazionale PPD e presidente USAM
© CdT/ Chiara Zocchetti
Red. Online
09.02.2022 10:54

Il dibattito attorno alle relazioni con il mondo animale si è particolarmente riacceso negli ultimi tempi. Se in occasione della scorsa sessione invernale il Consiglio nazionale si è chinato sull’iniziativa contro l’allevamento intensivo, oggetto di cui sono per altro stato relatore per la commissione economia e tributi, raccomandandone il rifiuto (poi accolto a larga maggioranza) il prossimo 13 febbraio saremo chiamati ad esprimerci sull’iniziativa popolare “Sì al divieto degli esperimenti sugli animali e sugli esseri umani”. Sostenuta da animalisti, ambientalisti e professionisti attivi nel campo della medicina alternativa, essa vuole vietare sia gli esperimenti sugli animali, sia l’importazione di prodotti sviluppati ricorrendo a tali esperimenti, così come il divieto degli esperimenti sugli esseri umani.

La questione è spinosa. Se, di primo acchito, un’iniziativa come quella in votazione può trovare molti d’accordo, come ogni iniziativa estrema nasconde dei risvolti insidiosi che andrebbero a scapito della nostra sicurezza medica e metterebbero in pericolo la Svizzera come luogo di ricerca. Per lo sviluppo di nuovi principi attivi o farmaci dipendiamo infatti scientificamente dagli esperimenti sugli animali: i procedimenti alternativi non sono ancora in grado di riprodurre esattamente la complessità degli organismi viventi. La Svizzera applica poi già norme molto severe per le sperimentazioni sugli animali, autorizzandone il ricorso soltanto se viene dimostrato che non sussistono metodi alternativi, che gli aggravi arrecati agli animali saranno limitati al massimo e soltanto dopo un’accurata ponderazione degli interessi. Non è dunque un caso che il numero di animali da laboratorio sia in continua diminuzione negli ultimi anni: nel 2020, in Svizzera, il numero totale di animali da laboratorio impiegati si è ridotto nel complesso del circa 18% dal 2015. Con l’accettazione dell’iniziativa, inoltre, molti medicinali non potrebbero più essere prodotti o importati in Svizzera. La ricerca e lo sviluppo di trattamenti nel settore farmaceutico, punta di diamante del nostro Paese, subirebbero una forte perdita di attrattiva, con il rischio che molti programmi scientifici e aziende verrebbero trasferiti all’estero.

Occasioni di voto come questa rilanciano di certo le discussioni attorno alle future relazioni tra esseri umani e animali. La legislazione attuale definisce tuttavia normative severe e basate sulla proporzionalità. Se il dibattito relativo a questa tematica non scemerà di certo dopo la prossima domenica di votazioni, le conseguenze di un’accettazione dell’iniziativa avranno importanti risvolti negativi. Il prossimo 13 febbraio esprimiamo dunque un chiaro NO all’iniziativa sul divieto degli esperimenti sugli animali e sugli esseri umani.

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