L'editoriale

Fatti gravi mentre Berna sonnecchia

Cosa ci vorrà ancora affinché Elisabeth Baume-Schneider si risvegli dal sonno profondo sul tema dei richiedenti l’asilo problematici sempre più ingestibile nel Basso Mendrisiotto?
Bruno Costantini
12.10.2023 06:00

Cosa ci vorrà ancora affinché Elisabeth Baume-Schneider, capa del Dipartimento federale di giustizia e polizia, si risvegli dal sonno profondo sul tema dei richiedenti l’asilo problematici sempre più ingestibile nel Basso Mendrisiotto? Oggi ci ritroviamo a dover riscrivere quanto avevamo già espresso alla fine dello scorso mese di luglio, con un’aggravante: la conferma, arrivata ieri dal Ministero pubblico, che sono finiti in manette due richiedenti l’asilo accusati l’uno di «atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere nonché di atti sessuali con fanciulli», l’altro di correità. Le imputazioni per quanto avvenuto la scorsa fine settimana su un treno nel Mendrisiotto ai danni di una minorenne sono molto gravi, pur valendo la presunzione d’innocenza. Già gravi di per sé e gravi perché culmine di una situazione degenerata da mesi.

Il Municipio di Chiasso ha lanciato più di un allarme per furti, danneggiamenti, problemi di sicurezza pubblica e di convivenza con la popolazione; il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi e la Deputazione ticinese alle Camere federali hanno scritto a Baume-Schneider per reclamare misure incisive in tempi rapidi, tra cui la riduzione del numero di richiedenti l’asilo nel Basso Mendrisiotto (già oltre 600) e basi legali per sanzionare più severamente i recalcitranti per i loro comportamenti al di fuori dei centri di accoglienza. Risultato? Zero.

La consigliera federale ha sì riconosciuto quanto fa il Ticino ed espresso comprensione per la popolazione chiassese, ma nulla di più. Nemmeno, sinora, è venuta a Chiasso per rendersi conto della situazione come promesso. Si degnerà di dar seguito all’invito ufficiale ora partito dal Municipio dopo la preoccupata presa di posizione delle Commissioni di quartiere? Se vogliamo continuare a essere un Paese con una bella tradizione di accoglienza e solidarietà (che ai «momò» non va insegnata), se non si vuol essere sopraffatti dalla demagogia elettoralistica che i problemi non li risolve, non si può andare avanti a far finta che tutto va bene. Purtroppo, pare che Elisabeth Baume-Schneider fatichi a capirlo.