Gli spagnoli sotto shock molto duri con i politici
Sette giorni dopo le devastanti inondazioni causate dal fenomeno metereologico DANA (Depresión Aislada en Niveles Altos, ossia depressione isolata ad alti livelli) soprattutto nella regione di Valencia, oggi il Governo spagnolo ha approvato un piano di aiuti per cittadini, lavoratori e aziende da 10,6 miliardi di euro. Un importante «cerotto economico» che potrà contribuire almeno in parte alla ricostruzione di un’ampia area del sud-est della Spagna messa in ginocchio dallo spaventoso evento climatico.
Ma per chi è sopravvissuto a quella sorta di tsunami che, stando al meteorologo spagnolo Antonio Maldonado, in una sola ora ha riversato sulle zone colpite fino a 90 litri per metro quadrato, causando oltre 200 morti e un numero ancora imprecisato di dispersi, le promesse del Governo non risolvono i problemi nell’immediato. Diverse località della regione di Valencia restano sepolte nel fango e molte persone soffrono di gravi carenze.
Chi in poche ore ha perso tutto, casa, automobile o, ancora peggio, dei familiari, non può che nutrire risentimenti nei confronti di una classe politica che, secondo diversi commentatori spagnoli, non ha saputo prevenire il disastro. Politici e funzionari non si sono mostrati all’altezza della situazione neppure quando si è trattato di avviare le operazioni di soccorso.
Nonostante il grande impegno mostrato da pompieri, soccorritori, volontari e forze dell’ordine nel portare aiuto alla popolazione colpita dall’alluvione, vi è chi nella regione disastrata vede ancora il permanere di uno scarso coordinamento degli interventi di ripristino. Nei media spagnoli in questi giorni si è puntato il dito soprattutto contro il mondo della politica: per sette giorni, sottolineano alcuni commentatori, il Governo di Madrid e la Generalitat (istituzioni della Comunità Valenzana) si sono gettati l’uno sulle spalle dell’altro la responsabilità del disastro.
David Jiménez, scrittore e giornalista, già direttore del quotidiano «El Mundo», non usa mezzi termini per attaccare dal suo canale YouTube l’operato di politici e alti funzionari. Non si tratta di responsabilità della destra (alla guida della Comunità Valenzana) o della sinistra (al potere a Madrid), sottolinea Jiménez, secondo il quale la vera origine del problema è l’incompetenza delle persone sistemate dalla politica in posti chiave.
Un’incompetenza che nella regione di Valencia ha causato un numero spaventoso di vittime ed enormi danni materiali. Il tutto, nell’alluvione causata da DANA, è iniziato per evidenti e gravissime carenze di comunicazione tra gli addetti alla sicurezza del Paese. L'Agenzia meteorologica di Stato aveva diffuso con ampio anticipo avvisi di livello rosso (pericolo massimo). Purtroppo, come si è poi saputo, l’allarme ufficiale alla popolazione da parte delle autorità locali è stato lanciato quando l’alluvione era ormai in corso.
Lenti poi gli interventi di soccorso. L’esercito è stato mobilitato in forze solo alcuni giorni dopo l’inizio delle inondazioni. E sì che la Spagna già nel 2011 si era dotata di un’Unità Militare di Emergenza (UME), il cui intervento può essere sollecitato dal presidente della Comunità autonoma (in questo caso quella di Valencia). Spetta però al ministero dell’Interno stabilire quante unità dell’UME inviare sul posto in base alla gravità della situazione.
Un’organizzazione complessa dei soccorsi che, come si è visto, non si è rivelata in grado di intervenire al meglio, in tempi brevi e con un buon coordinamento di tutti i gruppi di soccorso intervenuti sul campo. Non stupisce dunque la rabbia della popolazione colpita da DANA nei confronti dei politici. A Madrid e Valencia dopo i giorni dello scarica barile è l’ora dell’assunzione delle responsabilità per quanto accaduto.