I preventivi di Lugano e quelli di tutti noi
Preventivi, preventivi… Sarete anche stufi di sentir parlare di preventivi, dopo le maratone politiche sui conti pubblici a Palazzo delle Orsoline, a Palazzo civico e in altri palazzi più piccoli ma non per questo meno importanti. Mettiamola così allora: dato che questo periodo dell’anno è comunque propizio per formulare intenzioni (di solito buone) e previsioni per il futuro, qual è il vostro Preventivo 2025? Non parliamo solo di finanze, perché il modo in cui spendiamo i nostri soldi, il nostro tempo e le nostre energie (tre cose che sono quasi la stessa) è uno specchio di chi vogliamo essere. Quali saranno, quindi, i nostri investimenti? Se per far fronte agli aumenti di spesa che non dipendono da noi (gli esempi si sprecano) dovremo studiare un piano di risparmi, sceglieremo la strategia dei tagli lineari riducendo il budget a tutti i nostri «dicasteri», oppure rinunceremo a beni e servizi che pesano troppo sul bilancio? E i nostri debiti verso terzi con le relative spese per interessi (occhio a calcolarle bene, prima di chiedere un credito) saranno sostenibili a medio e lungo termine? Vedete, le discussioni sui bilanci che hanno infiammato le cronache locali e cantonali non sono così lontane dalla nostra quotidianità. Quella della Città di Lugano, il prossimo anno, sarà caratterizzata dalle scelte per il riequilibrio dei conti comunali. Secondo alcuni la situazione è grave, secondo altri si esagera, ma tutti concordano che qualche decisione vada presa. Un mese particolarmente caldo in tal senso sarà giugno, quando il gruppo di lavoro interno per il risanamento dei bilanci dovrà presentare le sue proposte definitive. Sarà interessante capire che impatto avrà questa situazione su due «poli» che sono stati protagonisti nell’anno ormai agli sgoccioli: quello sportivo e quello culturale.
Nel 2025 il Municipio dovrà scegliere con quale formula pagare al gruppo HRS la realizzazione del nuovo stadio e del vicino palazzetto dello sport, che a Cornaredo cominciano a prendere forma: sarà un leasing (le due strutture costeranno nel peggiore delle ipotesi 229 milioni, di cui 62 milioni d’interessi, da pagare in ventisette anni) o Lugano troverà le risorse per riscattare gli impianti (si parlava di un bond)? Quanto al LAC, i suoi numeri parlano da soli: un’altra stagione da record, quella appena conclusa. Anche su di esso pende però la spada di Damocle dei risparmi: il contributo annuo di 7,9 milioni, come scrivevamo nei giorni scorsi, è in teoria blindato fino al 2028, a meno che la Città faccia leva su alcune clausole che le permettono di ridurre, in casi particolari, il suo esborso. Conviene, però, frenare la crescita di una realtà che è nata fra mille polemiche e poi le ha smontate dimostrando il suo valore sul campo? Per un polo che cresce, ve n’è uno che è ancora in attesa: quello congressuale previsto al Campo Marzio. Chissà se il 2025 sarà l’anno della svolta anche per questo progetto, che nel 2024 è letteralmente sparito dai radar del dibattito pubblico.
Sullo stesso radar, nei mesi scorsi, è invece apparso un «puntino» destinato a lampeggiare con sempre più frequenza e intensità: l’iniziativa della Città di riscuotere dei contributi di centralità dai Comuni della regione per progetti e servizi di chiara valenza sovracomunale (i già citati LAC e polo sportivo sono due esempi perfetti). L’operazione ha il potenziale di ridisegnare le geometrie politiche e finanziarie di un Luganese troppo sfilacciato da questo punto di vista, ma è lunga e complessa. Forse sarà materia dei prossimi preventivi: cominciamo ad affrontare questi.