L'editoriale

Il potere logora chi non ha denti forti

Quella in corso per i timonieri di lunga data è un’estate di profonda riflessione, all’orizzonte si profilano le elezioni comunali – Mario Branda e Alain Scherrer occupano la poltrona più ambita
Alan Del Don
10.07.2023 06:00

Elias Canetti sosteneva che i «denti sono il più evidente strumento di potere che gli uomini portano in sé». Se è vero quanto affermava il saggista forse più influente del Novecento, allora si capisce perché Mario Branda e Alain Scherrer occupano la poltrona più ambita di, rispettivamente, Bellinzona e Locarno, da un decennio. In qualità di sindaci hanno sorriso, masticato amaro, superato momenti difficili senza mai lasciarsi abbattere e – a volte – anche gioito per un progetto in grado di cambiare le dinamiche di sviluppo delle due città o per una decisione del Legislativo.

Quella in corso per i timonieri di lunga data è un’estate di profonda riflessione. All’orizzonte si profilano le elezioni comunali. Entro settembre, al massimo ottobre, devono sciogliere le riserve. Le posizioni, va detto, sono ben diverse. La ricandidatura di Mario Branda è oramai un segreto di Pulcinella. Nell’ultima assemblea del Partito socialista, andata in scena poco più di un mese fa, ha parlato da leader, non certo da politico pronto a farsi da parte. Ha addirittura spronato i «compagni», affermando che l’obiettivo il 14 aprile 2024 dovrà essere la vittoria. Non giriamoci troppo attorno: fino a quando l’avvocato prestato alla cosa pubblica sarà della partita gli altri dovranno accontentarsi soltanto di sedere allo stesso tavolo a Palazzo Civico. È imbattibile, un gigante come il Gargantua descritto magnificamente da Rabelais.

Non a caso è stato soprannominato «Brandaleone» dai suoi: l’artefice della nascita della Bellinzona aggregata, unitamente agli ex numeri uno di Giubiasco, Sementina e Monte Carasso, vuole ora vederla dapprima maturare e poi spiccare il volo. La prossima legislatura sarà quella in cui si raccoglieranno i primi, importanti, frutti. Leggasi la fase di abbrivio dell’innovativo comparto alle ex Officine, l’inaugurazione dello stabilimento industriale a Castione, la valorizzazione della Fortezza, il cantiere per l’ospedale regionale alla Saleggina, il consolidamento del polo biomedico. Branda non può non esserci, oltretutto dopo aver declinato con aplomb l’invito dei vertici del PS per le Cantonali e le Federali. Ama la città e la Città vuole regalargli un ultimo quadriennio in passerella. Poi potrà lasciare e dedicarsi ad altre passioni. A festeggiare sarà soprattutto il PLR che nel 2028 dovrebbe riprendersi la poltrona di sindaco persa nel 2006, dopo lo strappo con Brenno Martignoni.

Facciano pure gli scongiuri del caso, ma i liberali radicali a Locarno, invece, lo scranno più pregiato l’hanno già ora in cassaforte e lì rimarrà, con o senza Alain Scherrer. Certo è che il Vasco del Verbano è una macchina da voti alla pari di Mario Branda. A differenza dell’omologo bellinzonese, tuttavia, il 58.enne (li festeggerà il 28 luglio) è professionalmente dipendente. Per la precisione è un alto funzionario cantonale. Coniugare gli impegni familiari, lavorativi e politici è viepiù un’impresa. Le vicissitudini legate alla Polizia comunale, in attesa del nuovo comandante, hanno ulteriormente complicato il lavoro di sindaco e colleghi negli ultimi 16 mesi. Scherrer, inoltre, avrebbe voluto riallacciare il discorso aggregativo, ma la mano tesa ripetutamente ai Comuni viciniori non è stata stretta da nessuno. Fungono da stimolo per la ricandidatura, per contro, le iniziative sul tavolo per rilanciare Locarno: il futuro Museo cantonale di storia naturale, la sistemazione degli spazi pubblici del centro urbano, la rinascita del Palexpo, il volto moderno dell’area dell’ex Globus, solo per citarne alcuni. Colei che gli ha lasciato il posto nel luglio 2015, Carla Speziali, lo ha esortato a restare in sella. Ma l’Alain in versione Pantagruel ha ancora «fame»?