L'editoriale

Il PSE non è solo una questione bianconera

Curiosità, attesa, legittima soddisfazione e polemiche sul Polo sportivo e degli eventi
Paride Pelli
28.01.2025 06:00

La giornata di porte aperte per il cantiere del nuovo Polo sportivo e degli eventi ha raccolto un notevole entusiasmo, sabato scorso, presso tutte le fasce sociali luganesi e non solo. C’è curiosità, c’è attesa, c’è legittima soddisfazione per un progetto che, da qualsiasi lato lo si voglia guardare, porterà la città in una dimensione nuova. Certo, l’FC Lugano sta attraversando un momento di grazia, la proprietà americana ha investito tanto nel club e l’idea di avere uno stadio iconico è elettrizzante per ogni tifoso che guardi anche a quello che di innovativo, nel settore delle infrastrutture sportive, accade (da molto tempo) fuori dal nostro cantone. Ma il PSE non è solo una questione di cuore bianconero. È una più ampia impresa di economia e di società e avrà inevitabilmente un suo decisivo peso specifico nel rilancio di Lugano, tanto che il Municipio ha deciso di riscattare in toto la struttura anziché optare per il leasing. Una mossa non solo contabile, se letta in prospettiva. Il PSE potrà infatti – e lo si dimentica troppo spesso – ospitare eventi di ogni tipo: non sarà solo l’anima sportiva della città, ma molto altro ancora. Ha una potenzialità di sviluppo che, se ben gestita, lo collegherà ad altre realtà simili in Europa, attirando eventi di qualità, e potrà fare da volano a molti progetti ticinesi che in questi anni si sono arenati o smarriti, in attesa che Lugano trovasse quella via verso il futuro che oggi sembra avere definitivamente imboccato. Tuttavia, ça va sans dire, alcune polemiche si sono di nuovo alzate.

Possiamo dividerle in due categorie: quelle retroattive e quelle che riguardano il futuro. Le prime puntano il dito non tanto (o non più) sulla necessità del PSE, quanto sulla modalità con cui si è deciso di finanziarlo. Insomma, sarebbero stati fatti degli errori, in particolare dall’Esecutivo luganese. Può essere, ma intanto si sta mettendo mano a delle correzioni importanti, tanto che alla fine il progetto costerà meno del previsto e i tempi saranno rispettati. Non è poco. Discorso diverso, e si vedrà quando doloroso, è quello riguardante l’aumento del moltiplicatore d’imposta. Nulla che già non si sapesse: il progetto del PSE è stato sottoposto a referendum a novembre del 2021 e i luganesi, informati dell’aumento fiscale connesso durante un’agguerrita campagna condotta dai critici del progetto, lo hanno comunque approvato con il 56,8% di voti favorevoli. E di fatto, con la consegna del PSE a fine 2026, il moltiplicatore scatterà, salvo miracoli, verso l’alto. Sarà compito del Municipio fare in modo che l’aumento sia ragionevole, calibrandolo sul lungo termine, dal momento che il PSE non è stato e non sarà solo un costo per le casse comunali, ma dovrà assolutamente portare alla Città benefici e ricavi, a maggior ragione ora che si è deciso di riscattare lo stadio. L’impegno vero, in realtà, inizierà proprio dall’anno successivo, dal 2027: bisognerà fare in modo di affiancare al PSE ponderati progetti immobiliari commerciali e residenziali, e curate e coraggiose programmazioni di eventi. Una sfida stimolante. Un’altra.