Il risparmio è una virtù non sempre premiata
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Gli interessi negativi sui conti risparmio? Non erano pienamente giustificati, almeno in Germania. Lo ha stabilito, in una sentenza resa nota la scorsa settimana, il Bundesgerichtshof (BGH), la massima Corte giudiziaria tedesca. Ne ha dato notizia il portale svizzero Infosperber ripreso dall’agenzia Keystone ATS. I risparmiatori che avessero subito di fatto una decurtazione del proprio risparmio bancario potranno chiedere un risarcimento, almeno per la parte non caduta in prescrizione. Una sentenza che riporta al centro dell’attenzione la politica monetaria della Banca centrale europea (BCE), ma non solo, attuata tra il 2014 e il 2022. La stagione dei tassi nominali negativi - di poco sotto lo zero - l’aveva inaugurata la Banca centrale danese nel 2012, seguita dalla Banca del Giappone nel 2013. All’inizio dell’anno seguente toccò alla BCE, imitata a fine 2014 dalla Banca nazionale svizzera a cui si accodò all’inizio del 2015 l’istituto di emissione svedese. Fu una stagione, quella dei tassi negativi, giustificata sì dal rischio deflazione e dalla stagnazione economica, ma deleteria dal punto di vista del risparmiatore che si vide proiettato in un controsenso logico: tassato per essere stato previdente. Di fatto erano le banche disincentivate a detenere liquidità presso la banca centrale che si rifacevano a loro volta sui clienti (persone o imprese), almeno oltre una determinata soglia. Una stagione che potrebbe presto ripetersi. Il presidente della direzione della BNS Martin Schlegel lo ha affermato più volte negli ultimi mesi. Se necessario al perseguimento degli obiettivi dell’istituto di emissione, i tassi negativi potrebbero essere reintrodotti. Ricordiamo che il tasso guida sul franco ora è allo 0,5%. Esattamente un anno fa era pari all’1,75%, un livello che non si vedeva da molti anni e che tranquillizzava il piccolo risparmiatore non avvezzo ai rischi dei mercati finanziari, dandogli la gratificazione, in tempi incerti, di vedere crescere - piano, piano - il frutto non speso del suo sudato lavoro.
La prossima riunione della BNS si terrà il 20 marzo e molti analisti scommettono che si darà un’altra sforbiciata al costo del denaro di almeno un altro quarto di punto percentuale. Un fatto che aumenterà l’ansia, per così dire, dei virtuosi - i creditori - e premierà i debitori. La sentenza della Corte tedesca, pur non intervenendo sulla legalità e l’indipendenza della politica monetaria della BCE, solleva comunque legittime domande sulla natura del contratto bancario facendo chiarezza giuridica. Secondo i giudici federali tedeschi, infatti, non sarebbe ammesso addebitare commissioni di custodia e interessi negativi (tra lo 0,5 e lo 0,7%) sui conti risparmio. Ciò modificherebbe la natura dei depositi che sono stati appunto pubblicizzati come modo per risparmiare. I conti, continuano i giudici, non sono utilizzati solo per la custodia del denaro, ma anche per investimento e, appunto, risparmio. La sentenza, la numero 26/2025, è stata pubblicata sul sito della Corte lo scorso 4 febbraio e non accoglie comunque integralmente le richieste dei ricorrenti - le associazioni dei consumatori. Sui conti correnti, i giudici sono di parere opposto. La custodia del denaro rappresenta uno dei servizi principali offerti dalle banche. Per questa ragione gli istituti sono autorizzati ad applicare i tassi negativi. Già alcuni anni fa - nel maggio del 2020 - la Corte di Karlsruhe aveva criticato il programma di acquisto dei titoli di Stato da parte della BCE. Era il quantitative easing in salsa europea. In quell’occasione, la Corte aveva evidenziato che il Programma di acquisto del settore pubblico (Public sector purchase programme, PSPP), attraverso l’acquisto massiccio di titoli di Stato, poteva influenzare i tassi di interesse e avere effetti significativi sull’economia reale, inclusi possibili impatti negativi sui risparmiatori a causa dei tassi di interesse bassi o negativi. Tuttavia, la sentenza non aveva dichiarato incostituzionali i tassi negativi in sé. Invitava però a valutare gli effetti negativi di quel piano. Al di là degli effetti giuridici limitati alla sola Germania, la decisione della Corte tedesca dovrebbe contribuire ad aprire il dibattito attorno alle distorsioni indesiderate della politica monetaria.