L'editoriale

La questione morale nella lotta agli abusi

Nelle ultime settimane sta facendo discutere il caso di don Leo: il sacerdote è in carcere dal 7 agosto ma segnalazioni su presunti comportamenti inadeguati sarebbero arrivate già anni addietro – Si tratta di un altro caso di insabbiamento?
Paride Pelli
19.09.2024 06:00

Sul delicato tema della lotta agli abusi sessuali sui minori sarebbe meglio fare un passo indietro per farne due avanti. Nelle ultime settimane sta facendo discutere il caso di don Leo: il sacerdote è in carcere dal 7 agosto ma segnalazioni su presunti comportamenti inadeguati sarebbero arrivate già anni addietro. Si tratta di un altro caso di insabbiamento? È presto per dirlo, vedremo i risultati delle indagini. Ma la notizia ne richiama subito un’altra, seppur a un livello diverso: una settimana fa il Nazionale ha approvato sei mozioni che chiedono di introdurre per chiese, scuole e associazioni sportive «piani di protezione standardizzati e vincolanti» per prevenire abusi sessuali e psichici.

La tesi dei mozionanti è che dove ci sono potenziali abusi il rischio non deve mai essere sottovalutato e che va fatto molto di più sul piano della prevenzione. Siamo d’accordo: rimanere vigili, da adulti, è il primo passo per proteggere i nostri ragazzi. Il fatto che i Governi cantonali, che hanno la competenza del settore dell’educazione e dei rapporti con le istituzioni religiose, possano imporre alle associazioni, qualora sussidiate, requisiti per scongiurare gli abusi è già uno strumento notevole. Ciò non toglie che il sostegno alla prevenzione possa essere ulteriormente perfezionato, così come andrebbe combattuta la pratica altrettanto grave degli insabbiamenti. Su questi due punti, c’è margine di manovra politico e legislativo.

Spiace, tuttavia, che di fronte al dramma degli abusi sui minori si pensi sempre che una legge in più possa risolvere il problema. Sarebbe meglio, invece, tornare ai fondamentali: quando si recano in chiesa, a scuola o all’associazione sportiva i nostri ragazzi non stanno andando, o non dovrebbero andare, nella tana dell’orco. Chiese, scuole e associazioni non sono luoghi pericolosi e nemmeno «potenzialmente pericolosi», ma deputati - al contrario - a una formazione il più possibile integra. A queste istituzioni toccano gli onori ma soprattutto gli oneri di questa missione. Il repulisti, se necessario, deve partire da dentro queste istituzioni. Perché è una questione morale, prima che legale.