La ricca estate degli eventi ticinesi
Ammettiamolo, c’è un po’ di malinconia in questi giorni, passeggiando la sera nelle piazze luganesi. Perché la fine d’agosto - coincidente sostanzialmente con la «vera» conclusione dell’anno che, a dispetto del calendario, non comincia realmente a gennaio ma a settembre, con la ripartenza delle scuole e il rientro alla routine dopo la pausa estiva - era ormai da un quarto di secolo vivacizzata dalla presenza di Blues to Bop. Il festival musicale rappresentava un imprescindibile punto di incontro post-vacanziero, in cui ascoltare buona musica ma soprattutto scambiarsi opinioni su ciò che era accaduto negli ultimi mesi in cui, giocoforza, ci si era un po’ persi di vista. Ma non solo, era l’occasione per raccontarsi con una birretta in mano ciò che era accaduto, e insomma tornare a una socializzazione urbana dopo qualche mese di pausa.
L’avvenuto spostamento della rassegna a luglio, deciso dagli organizzatori nell’ambito dell’interessante progetto volto a creare un unico megafestival estivo lungo le rive del Ceresio, ha insomma lasciato un po’ di vuoto, che - garantiscono i responsabili - verrà prossimamente colmato, ma che al momento provoca un attimo di disorientamento. Non dovrebbe essere così: qualche weekend di relativa calma (relativa perché, nonostante tutto, le opportunità per fare qualcosa la sera anche in questi giorni non mancano) è infatti salutare prima della frenetica ripresa della vita cultural-ricreativa di un cantone che negli ultimi due decenni è passato dal «qui non c’è mai niente da fare», che lo caratterizzava negli ultimi scorci del Millennio, a una bulimia propositiva che ha eguali forse solo nelle grandi e affollatissime metropoli. E ci permette di stilare un veloce bilancio di quella che è stata un’estate ricreativa in Ticino tra le più vivaci dell’ultimo ventennio, che ha riportato la nostra regione ai livelli pre-COVID e nel frattempo messo un certo ordine nella gerarchia degli eventi che dovrebbe - usiamo il condizionale, che non si sa mai - tenere anche nei prossimi anni.
Nonostante la forte concorrenza di eventi sportivi capaci di incollare il grande pubblico davanti al piccolo schermo (gli Europei di calcio e le Olimpiadi) e il maltempo che, a fine giugno, ha creato in alcune parti della Svizzera italiana non pochi problemi, l’estate ricreativa è stata di altissimo livello e foriera di eventi straordinari: il LongLake di Lugano e le sue collateralità hanno trasformato Lugano in un piccolo paradiso del tempo libero con due mesi di proposte di alto livello davvero per tutti e a condizioni spesso irripetibili; il trittico verbanese JazzAscona-Moon&Stars-Film Festival ha trasformato tra fine giugno e agosto il Locarnese in uno scintillante Paese dei Balocchi. E anche aree più marginali rispetto all’asse turistico ticinese (dalla martoriata ma sempre reattiva Vallemaggia a un San Bernardino in pieno rilancio, da Bellinzona al Malcantone al Basso Ceresio) sono riuscite a ritagliarsi importanti e riusciti spazi che hanno reso l’agenda quotidiana degli eventi particolarmente succosa. E non solo per il turista, ma soprattutto per la popolazione locale, che ha risposto positivamente alle molte proposte. Tanto da aver assistito a un fenomeno a tratti curioso: lo spostamento delle vacanze dei ticinesi che ai mesi di giugno-luglio hanno iniziato a preferire agosto, mai urbanamente così deserto come quest’anno, ossia alla fine dei grandi eventi di piazza cantonali. E come dargli torto: perché lasciare la propria casa e i propri luoghi quando ci sono così tante occasioni per divertirsi?