L'editoriale

La sfida mondiale del festival

Il sentimento generale è che la rassegna deve crescere e crescere ancora molto, perché può farlo e c’è margine
Paride Pelli
19.12.2024 06:00

Ormai il Locarno Film Festival fa parlare di sé tutto l’anno, e non solo durante i giorni della manifestazione. È, questo, un segnale di grande vitalità, di progetti a medio e lungo termine, di prospettive che si aprono e su cui bisogna riflettere, discutere e infine prendere decisioni il più possibile collegiali. La notizia che è allo studio una possibile (e probabile) anticipazione delle date della kermesse – che a partire dall’80. edizione del 2027 avrebbe luogo nella seconda metà di luglio e non più ad agosto – è divampata di nuovo ieri, dopo il ballon d’essai lanciato ad agosto scorso dalla presidente Maja Hoffmann. Un eventuale cambiamento in questa direzione coinvolgerebbe realtà locali che vanno dalla Città di Locarno al Cantone agli Enti regionali, fino a comprendere tutto l’indotto, l’hotellerie in primis, e avrebbe un impatto pure su quella affezionata parte di pubblico che dovrà riorganizzare le proprie vacanze per non perdersi la manifestazione. Il sentimento generale è che il Festival deve crescere e crescere ancora molto, perché può farlo e c’è margine. A questo proposito, ieri su queste colonne il direttore artistico Giona Nazzaro ha fatto cauti parallelismi con Venezia e con Cannes e si è chiesto come Locarno può diventare «ancora più competitiva». Segnale inequivocabile che l’ambiziosa sfida «su scala mondiale» è già iniziata a tutto tondo. Per capire che piega prenderanno le valutazioni sul probabile cambio di date, occorre tuttavia guardare al quadro completo. Il cuore del Festival è l’offerta cinematografica e di presenze artistiche, che va valorizzata al massimo. Per farlo, sarà necessario collaborare ulteriormente con le case di produzione, i registi, gli attori, i distributori. La competitività del Festival dovrà necessariamente essere bifronte: portare vantaggi tanto alla realtà locale quanto all’industria del cinema che del Festival è la linfa vitale e diventare per essa un punto di riferimento inossidabile e proficuo. La rassegna dovrà inserirsi a pieno titolo, insomma, nei flussi economici e artistici globali. Di fronte a questa sfida, un cambiamento di date potrebbe non essere un semplice dettaglio.