L'editoriale

La tredicesima AVS fra certezze e problemi aperti

In attesa che anche il Nazionale, in primavera, dica la sua, dal breve dibattito agli Stati sono uscite tre indicazioni
Giovanni Galli
05.12.2024 06:00

In attesa che anche il Nazionale, in primavera, dica la sua, dal breve dibattito agli Stati sulla 13. AVS sono uscite tre indicazioni. La prima è una certezza: la nuova mensilità sarà versata una volta all’anno, in dicembre, a partire dal 2026. L’ammontare non sarà considerato nel calcolo del reddito che determina la concessione di prestazioni complementari. La seconda è che resta aperta la questione del finanziamento, la più difficile. La tredicesima non dovrebbe essere controfinanziata da subito con nuovi mezzi. I «senatori» vogliono prendersi il tempo necessario per analizzare la situazione generale dell’AVS e le diverse opzioni di finanziamento, anche alla luce delle prossime sfide nel settore delle assicurazioni sociali. Dovrebbe cadere, comunque, il turbo-calendario del Consiglio federale, che prevede di sottoporre a votazione popolare un aumento dell’IVA di 0,7 punti, al più tardi nel mese di settembre del 2025. Il rincaro dall’8,1% all’8,8% costerebbe ai consumatori 2,5 miliardi di franchi. La terza indicazione è che in assenza di una soluzione alternativa, la maggior spesa a carico dell’AVS andrà provvisoriamente sul conto del Fondo di compensazione. La Camera dei Cantoni conta di attingere, inizialmente, alle «riserve» del primo pilastro, la cui situazione inizierebbe a deteriorarsi seriamente solo a partire dal 2029. Non è ancora chiaro, invece, come sarà affrontata la richiesta del Consiglio federale di ridurre per alcuni anni il contributo della Confederazione.

La scelta del rinvio dovrebbe andare bene a tutti. UDC e PLR si erano dichiarati contrari sin dall’inizio a una manovra che comprendesse solo aumenti di imposta e/o prelievi sui salari; il loro obiettivo è trovare una soluzione globale orientata al futuro, comprendente misure strutturali e, almeno per i liberali, che non consideri tabù un innalzamento dell’età pensionabile. Il PS era contrario all’aumento dell’IVA e chiedeva di finanziare la 13. AVS con maggiori contributi a carico dei dipendenti e dei datori di lavoro. Il Centro, per contro, era l’unico partito di governo favorevole. Ma siccome in agenda, prossimamente, ci sarà anche la sua iniziativa popolare sulla soppressione del tetto delle rendite AVS per le coppie sposate, che avrà un grosso impatto finanziario (3,8 miliardi di franchi), anche il partito ha interesse a prendere tempo per studiare una soluzione globale. Del resto, questa iniziativa (il Consiglio federale presenterà il messaggio in marzo) potrebbe avere più chance alle urne se non fosse preceduta da una votazione sull’IVA per pagare la 13. AVS, che richiederebbe già un sforzo finanziario ai contribuenti.

Ci sono due strategie divergenti. Il Consiglio federale punta a finanziare la tredicesima senza intaccare l’equilibrio del Fondo AVS, che oggi ammonta a circa 50 miliardi di franchi. Questa soluzione provvisoria deve valere fino a quando non sarà trovata un’alternativa di più ampia portata per assicurare la stabilità del primo pilastro dopo il 2030. Per legge, il Fondo deve «di regola» permettere di coprire le uscite correnti dell’AVS per almeno un anno. Se venisse usato per pagare la nuova mensilità, il patrimonio scenderebbe sotto la soglia del 100% già a partire dal 2027. Più si ritarda l’introduzione di un finanziamento, ammonisce il Governo, più andranno aumentate, col tempo, le entrate per riportare il Fondo al minimo legale. Non solo: minore è il patrimonio disponibile, minori saranno anche i redditi degli investimenti che confluiscono nelle casse dell’AVS (6,3 miliardi di franchi nell’ultimo decennio).

Se per il Governo è meglio intervenire subito per (far) pagare meno un domani, per gli Stati è preferibile procedere senza fretta per trovare una soluzione «globale, equilibrata e duratura». La riduzione del Fondo AVS è considerata un effetto collaterale con cui si può convivere. Si sa che le discussioni riprenderanno all’inizio dell’anno prossimo sulla base di nuove informazioni chieste all’Amministrazione federale. L’intenzione, ribadita ieri, è di esaminare una soluzione di finanziamento mista per la 13. AVS e un approccio complessivo sia per la nuova mensilità sia per la soppressione del tetto delle rendite per coniugi. Si vuole anche decidere rapidamente, è stato detto. Quel che è certo è che più si attende più aumenta la possibilità che non venga sottoposta al popolo una proposta separata per la 13. AVS. Tre anni or sono il Governo era già stato incaricato di proporre una riforma estesa del primo pilastro entro la fine del 2026, per attuarla dagli anni Trenta. Tutto è ancora aperto, ma viene da chiedersi se a questo punto non sia il caso di anticipare i tempi, per affrontare i problemi di petto.