«Essere anziani», peso o risorsa?

La figura dell’anziano, oggi, ha il sapore di un peso. Qualcosa che le nuove generazioni devono tirarsi appresso, come semplice zavorra. Vanno abbandonati, posteggiati in luoghi dove non possano nuocere. Quasi ci si vergogna di avere i «vecchi», sono un costo che pagheranno i giovani. Non c’è cosa più sbagliata che pensare così. In una società che vuole progredire, aprirsi al futuro ed essere giusta, per così dire, serve conoscere il proprio passato, le proprie origini. Il racconto del nonno, il sapere tramandare le piccole tradizioni famigliari, del paese, culinarie, storiche. Il nostro passato, costruito a fatica dai nostri anziani, è la base del nostro presente. Non potremmo mai aprirci al futuro se consideriamo così poco il nostro ieri. Non vorrei vivere in un paese in cui la memoria viene letteralmente posteggiata e silenziata, vorrei invece un paese che avesse a cuore questo enorme patrimonio che sono gli anziani, che riuscisse a dare loro uno spazio attivo all’interno della società. Io ho avuto la fortuna di conoscere tutti e quattro i miei nonni, e ancora oggi i loro racconti sono vivi in me come parte fondamentale del mio vivere. Il loro esempio, i loro gesti, i racconti, le usanze a volte strane, tutto quanto oggi, vale più di ogni tesoro. E per le nuove generazioni, un po’ allo sbando, con scarse prospettive all’orizzonte, credo serva un faro acceso che possa indicare la via per non naufragare.
Secondo uno studio stilato da Prosenectute del 2022, gli anziani in Svizzera sono sempre più poveri. Questo malgrado una creduta efficiente previdenza per la vecchiaia, che a quanto pare non riesce più ad arginare il problema. Da notare come, secondo lo studio, in Ticino in numero di anziani sulla soglia della povertà sia 5 volte maggiore rispetto ad altri cantoni, come ad esempio Basilea. Una delle cause, a detta degli esperti, è il rincaro dei prezzi nella vita quotidiana, cosa che colpisce non solo gli anziani ma tutti quanti. Non è normale accettare che si arrivi in queste condizioni, magari dopo una vita passata a lavorare, facendo fatica pur di avere una vita dignitosa. E noi cosa facciamo? Crediamo siano «solo» un costo che ci peserà sempre di più. Al posto di rendere queste persone attive anche dopo la pensione, attive socialmente, lasciamo che restino sedute ad aspettare qualsiasi tipo di accadimento.
E così, tra la visita di un cantiere e l’altro, l’anziano di oggi vaga interrogandosi sul proprio posto nel mondo. Peso e costo inutile o risorsa che ancora non abbiamo compreso appieno? Forse è ora di cambiare il nostro pensiero, perché volenti o nolenti, un giorno, gli anziani saremo noi. Come disse Hemingway: Ora, una parola curiosa per esprimere tutto un mondo e tutta una vita.