La posta di carlo silini

Le peggiori abitudini dei discendenti di Adamo ed Eva

© Dylan da Pexels
Carlo Silini
14.04.2021 06:00

Il coronavirus ci ha messo alla prova e costretto a diversi sacrifici, tra cui adottare il distanziamento sociale, fare didattica a distanza e modificare le nostre abitudini. Di tutto questo ha beneficiato inizialmente la Natura. Circa un anno fa, c’è stata una vera e propria rivincita: daini, lepri e puma, che incuriositi hanno visitato le strade urbane deserte delle città, e acqua limpida e aria più pulita conseguenti alla diminuzione dell’inquinamento. Gli animali almeno per qualche mese hanno goduto del privilegio di vedere le parti invertite: noi confinati in pochi metri quadri e con spostamenti limitati, e loro liberi di farci visita e girovagare nel nostro habitat. Nonostante questi risultati meravigliosi dal punto di vista della riduzione dell’inquinamento, c’è adesso la corsa per tornare alla normalità. Tornare alle nostre abitudini di un anno fa, abitudini che tanto feriscono la Natura. In realtà basterebbe poco per fare una grande differenza per la Natura, senza dover rimanere confinati. Per cominciare, basterebbe trasformare anche solo un’abitudine attualmente poco sostenibile, in un’abitudine più rispettosa dell’ambiente. È molto semplice. E lei, lei cosa farà per fare la differenza?

Alan Corrao Huarache (WWF Youth), Origlio

La risposta

Caro Alan Corrao Huarache, farò la mia piccola ma indispensabile parte per rendere più vivibile la minuscola fetta di mondo che occupo, senza aspettare grandi decisioni dall’alto (anche se le auspico).

Nella prima parte della crisi sanitaria ho vissuto con straniamento e beatitudine i fenomeni che lei descrive. Ho osservato le autostrade semivuote negli orari di punta, l’aria più tersa e i colori più vividi; ho ascoltato il rumore dei boschi e il soffio dei venti di solito coperto da quello dei motori e dei clacson. Ho visto la fauna prealpina riaffacciarsi timida nei nostri giardini... Per un attimo i discendenti di Adamo e di Eva sono tornati ad essere una specie animale fra altre specie animali nel giardino verde del mondo. Ma nel giro di pochi mesi l’Eden è sparito. E anche se in cuor mio ho provato sollievo per una situazione medica migliorata, ho sentito nostalgia per i giorni incontaminati, o quasi, regalatici dal contagio. Non posso riaverli indietro, ma lotto perché ripartiamo da comportamenti più responsabili nei confronti della casa comune di tutti gli esseri viventi. Perciò starò più attento ai gesti quotidiani che aiutano il pianeta - e quindi l’uomo - a non esaurirsi anzitempo e a stare meglio, come spostarsi in auto solo se necessario, chiudere il lavandino mentre lavo i denti, separare i rifiuti, acquistare derrate alimentari prodotte con criteri eco-sostenibili. Sono solo alcune «strategie di speranza» per evitare un futuro di disperazione. E non devo insegnarle a lei che, militando nel WWF, le conosce meglio di me. Lo farò io, lo farà lei (presumo) e lo faranno le molte persone consapevoli del fatto che la sciagura collettiva della pandemia è un’occasione storica per cambiare le nostre peggiori abitudini nei confronti dell’ambiente (naturale, umano, sociale e politico) che ci ospita e ci sostenta.