La Chiesa svizzera ha annunciato cinque provvedimenti per prevenire gli abusi sessuali
I vertici della Chiesa Svizzera hanno annunciato che sono stati presi cinque provvedimenti per prevenire gli abusi sessuali da parte del clero e dintorni, su minori e persone vulnerabili. E tra le misure annunciate, l’istituzione di un tribunale ecclesiastico penale e disciplinare che si occuperà delle sanzioni da adottare con preti e religiosi, che hanno rubato l’innocenza a oltre migliaia di bimbi e adolescenti. Che la Chiesa, questa volta, faccia sul serio è da auspicare. Non solo proclami, buoni propositi e belle parole, ma fatti concreti.
Nella Chiesa stessa e nell’’opinione pubblica, però, si è dell’avviso che questo tribunale dovrebbe poter contare su membri esterni e non soli interni Senza quest’ultimi, il giudizio affidato solo al tribunale ecclesiastico non è sufficiente – si dice – per levare dagli armadi delle sagrestie e delle canoniche e dalle istituzioni educativi gestite dalla Chiesa, gli scheletri che ancora, senza se e senza, vanno levati.
Dal canto suo, Il Vescovo di Basilea Felix Gmür presidente della Conferenza episcopale svizzera (Cvs) ribadisce che «le Leggi della Chiesa - sono comunque subordinati alle Leggi dello Stato e non sostituiscono i procedimenti penali secolari». A suo giudizio egli ritiene giunto il momento di abolire il celibato sacerdotale «che non è più compreso dalla società di oggi ». Papa Francesco in una intervista al sito argentino «Perfil» - in occasione dei suoi dieci anni di Pontificato - su questo tema ribadisce: «Non sono ancora pronto a rivederlo, ma ovviamente è una questione di disciplina, che oggi c’è domani non può esserci, e non ha niente a che vedere con il dogma».
Anche l’esclusione delle donne dall’ordinazione sacerdotale, sempre secondo Mons. Felix Gmür, andrebbe abolita. Il Presule si dice disponibile a dei cambiamenti. Per esempio: maggiore autonomia nelle decisioni alle Chiese locali e una nuova morale sessuale. Siamo d’accordo, ma sull’ordinazione delle donne al sacerdozio, si verrebbe a «rompere» la Tradizione apostolica, che risale agli apostoli. Gesù scelse dodici uomini affidandogli il mandato di annunciare e predicare il Vangelo a tutti i popoli; li ha costituiti maestri di dottrina , pastori nella Chiesa di ieri e di oggi.
Alle donne, invece, Cristo ha affidato il ruolo del discepolato, di cui la Vergine Maria, sua madre, è stata la discepola più perfetta e più fedele. Altre donne, come Maria Maddalena, Marta e Maria sorella di Lazzaro, la Samaritana al pozzo e l’Emorroissa, sono presenti nella vitta di Gesù. Maria di Magdala è stata la prima donna discepolo e la prima a vedere Gesù risorto.
Sì, ben vengono i cambiamenti nella Chiesa cattolica romana, dove c’è di abolire anche la cultura clericale. E ciò che deve fare oggi la Chiesa cattolica romana, operando delle precise scelte - senza tradire il Vangelo e l’uomo - , per meglio capire il proprio ruolo, la sua missione evangelizzatrice; essere sé stessa, proprio nel momento in cui si fa carica dei problemi del momento.
Riguardo al ruolo della donna, oggi, nella Chiesa, non ci sembra che ci sia alcuna «subordinazione» o, che dir si voglia, discriminazione. Oggi, nella Chiesa, il ruolo della donna è riconosciuto, tant’e che possono accedere a diversi incarichi e ministeri, per esempio, come catechiste, ministre straordinarie dell’Eucarestia, proclamare la Parola di Dio nelle assemblee liturgiche, e altro ancora.
Ancora recentemente l’attuale Pontefice, ha sottolineato la capacità femminile «di usare tre linguaggi insieme: «la mente, cuore e mani». Così egli ha detto alla redazione di «Donne Chiesa e Mondo» -mensile collegato all’«Osservatore Romano» e rilanciato dalla « Vatican New » -: «Quando ci sono le donne – dice ancora il Papa - la Chiesa cambia e va avanti».