La pernice bianca
Nonostante tutto, ci sono pur sempre le stagioni di una volta. Infatti l’autunno è arrivato ed è tempo di attrezzare il battellino per la stagione fredda. Dall’altra parte del lago bevono come spugne tutto l’anno e mica ci possiamo fermare col trasporto di vino e gazzosa. Asia ha però ancora in testa l’estate e si è presentata al porto, in sella alla sua bici elettrica rosa, con addosso un costumino che a malapena copriva le pudenda. Mi ha spiegato che è un «plasti-kini», l’ultima trovata di una stilista comasca per l’ecoestate 2020 realizzato in microfibra ecocompatibile e plastica riciclata. È un bikini ecosexy, mi ha spiegato ancora la mia amica di traversate, che è brillante e intelligente ma che su certe cose non riesce a nuotare controcorrente nel torbido fiume in piena del conformismo. Un po’ di sana resistenza, di dubbio come metodo per cercare di meglio mettere a fuoco le cose e non come pregiudizio verso i cambiamenti, può solo far bene alla salute mentale (e sociale).
Anche perché ci sono fatti che, nel mio piccolo universo antropologico, fatico a spiegarmi, come le due notizie di cronaca italiana di questa settimana. In Toscana due giovani appena sposati hanno deciso di completare il loro cammino transgender cambiando sesso: lui è diventato lei e lei è diventata lui, col sigillo di un tribunale che ha sentenziato che il matrimonio resta comunque valido benché a ruoli invertiti. A Como, invece, vi è una vicenda un po’ più intricata di due donne sposate con un figlio. Una delle due in precedenza era un uomo e prima di cambiare sesso ha scelto di conservare il suo seme per poter poi procreare, cosa che ha fatto. Adesso la signora già signore ha chiesto all’anagrafe di poter essere registrata come padre biologico del figlio, ma il Comune ha risposto picche perché se è diventata donna donna resta. Saranno ora i tribunali a dover stabilire se questo uomo diventato donna sposata con una donna possa essere madre e moglie ma figurando come padre all’anagrafe.
Posso dire che non si capisce più una beata mazza di come sta girando l’umanità? Posso dire che è un gran casino umano, sociale e legale se finiremo per non sapere più chi è chi, se non sapremo più come rivolgerci alle persone per paura di sbagliare identità e ruoli che fino a ieri parevano acquisiti? Posso inoltre aggiungere, cara Asia, senza che tu e i tuoi amici vi offendiate, che è una stucchevole assurdità che si discetti anche da noi sull’esigenza di avere gabinetti per uomini, donne e transgender e magari anche per la pernice bianca divenuta il vero problema del Ticino tra chi la vuol cacciare e chi la vuol proteggere? Questa guerra dell’uccello, che ha fatto impuntare i seguaci di Diana contro il direttore del Dipartimento del territorio, è la rappresentazione di un Paese che dovrebbe aver risolto tutte le altre magagne se la sua massima aspirazione è quella di poter succhiare tre ossa impallinate. D’altra parte non si capisce perché abbattere un uccello che fa l’uccello, cioè che vola oltrettutto senza chiedere soldi ai contribuenti, a differenza dei pennuti spennati dello scalo di Agno. Quindi, lunga vita alla pernice bianca.