La rivincita di Bitcoin
La SEC, il regolatore statunitense dei mercati finanziari, ha gettato la spugna e ha approvato in blocco una dozzina di ETF (Exchange Traded Funds ) aventi bitcoin come unico soggiacente. Questa misura è stata presa dopo anni di intense battaglie legali tra i promotori di questi prodotti finanziari, gli ETF appunto e il regolatore, che ha provato in tutti i modi di opporsi a tali strumenti invocando l’alta volatilità del bitcoin e la sua possibile manipolazione. Nulla di tutto ciò ho potuto fermare bitcoin, che ha trovato in colossi finanziari del calibro di Blackrock o Fidelity degli alleati nella lunga marcia verso il suo riconoscimento come riserva di valore e, in un futuro, valido mezzo di pagamento. Proprio questo cambio di mentalità degli istituti finanziari sta ora riportando alla ribalta bitcoin. In passato denigrato e tacciato di moneta per soli usi criminali, il mercato finanziario riconosce ora il ruolo di bitcoin in un’economia dominata dal debito pubblico e con l’inflazione non ancora sotto controllo. Il solo fatto che bitcoin crei per la prima volta nella storia un’alternativa alle politiche delle banche centrali nazionali, fino a oggi libere di prendere le loro misure senza temere alcun tipo di concorrenza, rappresenta un’indubbia evoluzione sociale. Ogni banchiere centrale dovrà oggi ancor più domandarsi se la sua azione sia utile a lungo termine per la società, sapendo che in caso contrario non farà altro che incrementare la sfiducia nella propria istituzione favorendo bitcoin. Con l’Argentina del presidente neo eletto Javier Milei che intende abolire il proprio istituto di emissione o El Salvador che ha riconosciuto bitcoin come valuta a corso legale, questa reazione non è sicuramente utopica. Nemmeno il ricorso a temi ambientalisti ha potuto fermare la corsa di bitcoin, che al contrario ha ormai dimostrato di essere uno degli asset più ESG conformi al mondo, come recentemente riportato dalle società di consulenza KPMG e PwC, essendo in grado di usare l’energia di scarto. In futuro l’attività di mining potrebbe diventare addirittura a emissione di CO2 negativa, grazie alla facoltà di usare fonti energetiche altamente inquinanti non sfruttate, come le emissioni di metano, e trasformarle in energia per l’attività di mining, che non richiede alcun allacciamento a una rete elettrica, riducendo in questo modo le emissioni nocive. Proprio questa qualità ambientale rende ulteriormente attrattivo bitcoin per gli istituti finanziari, che devono dimostrare di rispondere a criteri ESG sempre più elevati, incrementando dunque l’interesse negli ETF approvati. La decisione della SEC rappresenta pertanto un punto di svolta nella storia del bitcoin e sarà interessante vedere come si evolverà la sua adozione dopo questa approvazione.