La sfida ChatGPT per studenti e professori
Benvenuti nel secolo delle “disruption”. Questo termine anglosassone, difficilmente traducibile in italiano, indica un’era caratterizzata dallo sviluppo di tecnologie che provocano profonda discontinuità rispetto al passato. Dopo l’arrivo di Google e dei social media una quindicina di anni or sono, eccoci agli albori di una nuova era, quella rappresentata dalla Generative AI o intelligenza artificiale generativa.
Uscita in sordina dai laboratori per arrivare direttamente sui nostri PC e dispositivi rappresenta secondo l’istituto di ricerca Gartner una «tecnologia dirompente in grado di generare artefatti che in precedenza si basavano sulla creatività dell’uomo». Saremo in grado di creare oggetti e artefatti che non avremmo mai pensato possibili, superando i limiti della creatività umana.
Spinti dalla curiosità molti tra noi si stanno velocemente rendendo conto della potenza di sistemi in grado di generare immagini inedite, brani musicali, e, come nel caso del fenomeno del momento ChatGPT, dialogare con noi, scrivere temi scolastici, proporci riassunti e quant’altro. I primi ad accorgersi delle potenzialità e a metterle a buon uso sono stati gli studenti, sempre sensibili al fascino del massimo risultato con il minimo sforzo. Il mondo della scuola ha prontamente reagito riportando a memoria le battaglie del movimento luddista dinnanzi all’introduzione delle macchine nell’industria. Sappiamo poi come è andata a finire.
Dal tedesco all’IA
Non c’è dubbio, stiamo entrando velocemente in un nuovo mondo. E tuttavia le nostre istituzioni politiche e scolastiche sembrano vivere in un'altra era geologica nella quale si dibatte (ancora) l’ipotesi di iniziare l’insegnamento del tedesco dalla prima media (!). Temo che quando verrà presa una decisione in merito i traduttori simultanei come quelli che permettono all’equipaggio della Enterprise di Star Trek di dialogare con gli alieni saranno ampiamente diffusi sui telefonini.
Il dibattito sull’uso di ChatGPT e sulla necessità di vietarne l’uso, ad onore del vero non solo da noi, è l’ultima dimostrazione di una scuola ingessata, sempre più incapace di stare al passo con i tempi e formare i nostri ragazzi, e le loro menti, per il mondo nel quale vivranno e lavoreranno.
Cosa pensa ChatGPT del suo uso nella scuola?
ChatGPT si dimostra sensibile alle preoccupazioni dei docenti: «posso capire perché alcune scuole o educatori possano essere preoccupati per l'uso di modelli linguistici come me in classe. È importante che gli educatori e i genitori controllino l'uso della tecnologia in classe e si assicurino che venga utilizzata in modo appropriato ed educativo. È anche importante che le scuole abbiano una politica chiara e trasparente sull'uso dell'intelligenza artificiale per garantire che gli studenti capiscano come usarla in modo sicuro e responsabile». Come utilizzarla in modo appropriato ed educativo? «È importante notare che, sebbene ChatGPT possa essere uno strumento utile per supportare l'apprendimento, non deve essere utilizzato in sostituzione dell'istruzione o dell'interazione umana. Deve essere usato come supplemento all'istruzione in classe e deve essere utilizzato in modo da incoraggiare il pensiero critico e la creatività».
Secondo la chatbot sono cinque gli ambiti in cui può essere utilizzata in ambito scolastico: assistenza alla scrittura, assistenza alla ricerca, apprendimento della lingua, scrittura creativa, generazione di domande (il sistema può ad esempio aiutare gli insegnanti a generare domande su vari argomenti per verificare la comprensione e l'impegno degli studenti).
Ma come possono gli studenti essere certi che le informazioni fornite siano attendibili e veritiere? ChatGPT, infatti, per sua stessa ammissione è stato allenato su informazioni provenienti dalla rete e come sappiamo non tutte sono affidabili.
«Per assicurarsi che le informazioni fornite da ChatGPT siano accurate, gli studenti devono utilizzare più fonti e incrociare le informazioni fornite dal modello con altre fonti. Inoltre, agli studenti dovrebbe essere insegnato come valutare la credibilità delle fonti, compresi l'autore, l'editore, la data di pubblicazione ed eventuali potenziali pregiudizi. È anche importante notare che ChatGPT è un modello di apprendimento automatico, che può commettere errori e fornire informazioni errate; quindi, è importante usare il buon senso e il pensiero critico quando si interpretano le informazioni fornite. È sempre buona norma ricontrollare le informazioni fornite da qualsiasi modello di IA con fonti credibili ed essere consapevoli dei limiti del modello».
Formare il senso critico e il buonsenso degli studenti è oggi, nell’era dei silos informativi, della propaganda e della disinformazione, una delle sfide più importanti che la scuola è chiamata ad affrontare. L’uso “intelligente” dell’intelligenza artificiale in ambito scolastico potrebbe esserci di grande aiuto. «Le scuole dovrebbero adattarsi all'ampia disponibilità di strumenti basati sull'IA incorporandoli nei loro programmi di studio in modo da sostenere l'apprendimento e lo sviluppo degli studenti», ci suggerisce ChatGPT.
Senso critico, buonsenso e… etica, quest’ultimo tema è centrale quando parliamo di Intelligenza Artificiale. «A mio avviso», scrive la chatbot «è importante introdurre gli studenti alle considerazioni etiche dell'IA fin dalla più tenera età. Infatti, man mano che l'IA diventa sempre più diffusa nella società, è importante che gli individui abbiano una comprensione generale del suo funzionamento e del suo impatto sulla società. Inoltre, poiché l'IA sta diventando sempre più integrata in vari settori industriali, gli studenti dovrebbero conoscere le considerazioni etiche che ne derivano, indipendentemente dal campo di studi che sceglieranno di intraprendere. Per gli studenti delle scuole primarie e secondarie, l'introduzione all'etica dell'IA può essere fatta in modo adeguato all'età, fornendo esempi semplici e chiari di come l'IA viene utilizzata nella vita quotidiana e di come può avere effetti sia positivi che negativi».
Partire dal territorio
Nel campo dell’IA il Ticino non è secondo a nessuno. SUPSI, USI, Istituto Dalle Molle rappresentano un polo di eccellenza mondiale. Un nucleo di competenza intorno al quale sarebbe opportuno costruire rapidamente un gruppo di lavoro multidisciplinare per riflettere e rinnovare i percorsi formativi della scuola dell’obbligo. Un centro di eccellenza in grado già oggi di formare velocemente i docenti di elementari e medie alle nuove tecnologie. Si tratta di una grande occasione che non può essere sprecata. Perché gli studenti di oggi saranno i colleghi dell’intelligenza artificiale di domani. E l’innovazione che trainerà l’economia di domani si baserà in gran parte sull’uso dell’IA.
La velocità del progresso tecnologico impone con urgenza l’apertura di un ampio dibattito pubblico “disruptive” su come avviare un processo di rapida trasformazione della scuola. Così come è urgente formare già oggi i docenti affinché possano, con la dovuta competenza, integre le nuove piattaforme IA nei processi di insegnamento già a partire dalle scuole elementari.
Il cambiamento in atto è epocale. In attesa che la politica e le istituzioni ne prendano atto, i docenti più curiosi possono già ad iniziare ad esplorare come l’Intelligenza Artificiale può essere messa a buon uso nelle nostre scuole. Il primo passo è quello di aprire una conversazione con ChatGPT. Purtroppo per il momento solo in inglese!
Articolo redatto utilizzando ChatGPT, DeepL e Neuroflash.