La posta di carlo silini

Lo spirito è forte, la carne debole. E viceversa

© CdT/Gabriele Putzu
Carlo Silini
22.02.2021 06:00

Giovedì 28 gennaio mi trovavo sul bus Nr. 5 in direzione di Manno e alla pensilina verso le 13.10 sono saliti all’incirca una ventina di studenti, poi tutti scesi alla fermata Genzana, in quanto diretti molto probabilmente alla Scuola media di commercio di via Gerso a Lugano. La durata della trasferta dalla pensilina fino alla scuola, inclusa l’attesa, il trasporto e la camminata fino alla scuola avrà preso loro almeno 15’. A piedi, salendo da via Cantonale, avrebbero raggiunto la scuola in soli 10’.Questa è solo una constatazione fatta a Lugano. Anche la fermata di Piazza Orico a Bellinzona potrebbe essere oggetto di una riflessione per gli studenti che potrebbero benissimo incamminarsi verso la stazione FFS e forse un qualche giorno solo verso la fermata TILO di Piazza Indipendenza.Non è forse questo il momento giusto per cambiare certe abitudini di falsa comodità e allo stesso tempo contribuire alla prevenzione e al contenimento ai contagi da Covid?

Giovanni Foletti, Massagno

La risposta

Caro Giovanni Foletti, nelle Fiabe del Focolare dei fratelli Grimm, a un certo punto si narra di un tizio, (per la precisione uno dei tre figli di un re) talmente pigro da poter affermare: “Se dovessero impiccarmi e avessi già il capestro al collo, e uno mi desse in mano un coltello affilato con il quale poterlo tagliare, mi lascerei impiccare piuttosto che alzare la mano”. Perché sul principio della comodità e dell’evitamento pervicace e indiscutibile della fatica ci sono persone tutte d’un pezzo che non scenderebbero mai a compromessi con la realtà. Così sembrano anche i ragazzi da lei descritti che si accalcano sul bus o sul treno rischiando il coronavirus mentre potrebbero percorrere lo stesso tratto di strada a piedi in assoluta sicurezza sanitaria guadagnando addirittura cinque minuti di tempo. L’esempio è paradossale e senz’altro emblematico non solo dell’accidia, ma anche della pochezza logica imperante. Perché metterci di meno evitando possibili contagi quando posso infettarmi in tutta comodità dentro il bus? La verità è che spesso le abitudini sono più forti di noi. Coltiviamo consapevolmente un’infinità di atteggiamenti autolesionistici e andiamo avanti imperterriti come se nulla fosse: fumiamo sapendo che il piacere del tabacco ci incrosta i polmoni di catrame, ingurgitiamo grassi, oli e zuccheri manco fossimo in uno show televisivo demenziale dei record e poi ci lamentiamo del sovrappeso, della cellulite o del colesterolo. Sono d’accordo con lei: la pandemia è il momento migliore per cambiare le cattive abitudini, ma continua a frullarmi nel cervello una frasetta biblica che la dice lunga sulla nostra reale capacità di sacrificarci a fin di bene e resistere alle tentazioni: lo spirito è forte, ma la carne è debole. Che qualche arguto commentatore sovvertiva per rendere ancora più plastica la sua verità: la carne è forte, ma lo spirito è debole.