L'opinione

Mi chiamavano Paolo Rossi

Oggi, 23 settembre, nel 1956 nasceva l'uomo che trascinò l'Italia nel Mundial del 1982
© Wikipedia
Red. Online
23.09.2022 17:54

Se hai segnato tre gol contro il Brasile, allora sei il re! Quel re era l'italiano Paolo Rossi alla Coppa del Mondo FIFA 1982, che sarà sempre ricordato per la qualità del suo calcio, come dimostra la precisione dei passaggi dell'84% in quel torneo, la più alta di sempre nelle finali nei Mondiali al 1966 al 2006 secondo la classifica Castrol Index.

E se la squadra vince il Mondiale dopo 44 anni grazie ai tuoi gol, se con 9 gol sei tra i primi tre marcatori del tuo Paese ai Mondiali, e se la tua nazionale non riesce più a battere il Brasile dopo di te, allora sei stato veramente uno dei più grandi.

Se entri nella squadra simbolo di due mondiali (1978 e 1982), la tua fama non può essere casuale. Anche se ti siedi in panchina per tutto il torneo (il Mondiale del 1986, come Carlo Ancelotti e Marco Tardelli), questo non toglie nulla ai tuoi meriti.

In un sondaggio online condotto dalla UEFA per il Giubileo d'Oro del 2004, che ha premiato i migliori calciatori europei degli ultimi cinquant'anni, Rossi si è classificato 12° su 250 giocatori, a testimonianza dell'amore dei tifosi per lui.

Anche se già nel 2020 non è nella lista dei candidati al Dream Team del Pallone d'oro di France Football, cioè nella squadra di tutti i tempi.

Nel 1982, quando Rossi vinse il Pallone d'Oro e fu riconosciuto come il miglior giocatore d'Europa, ricevette 115 punti su 130 possibili (88.46%). Solo due dei 26 membri della giuria non hanno menzionato il suo nome nei loro questionari.

Sfogliando la rivista France Football del 28 dicembre 1982 dalla mia raccolta, che presenta i risultati del sondaggio, il giornalista scozzese Alex Gordon ha giustificato il suo rifiuto di selezionare Rossi: «So che Paolo Rossi è considerato un grande giocatore perché ha segnato sei gol in Coppa del Mondo. Ma riuscire in sole tre partite in un anno, anche se è l'anno del Mondiale, non mi sembra meritare un Pallone d'Oro, e nemmeno una citazione tra i primi cinque. È comunque una mia scelta, che va a Conti, l'artefice numero 1 del successo italiano».

Cosa ci vuoi fare, ognuno ha la sua verità.

Ma Rossi ha gettato le basi della sua grandezza alla fine degli anni '70, e questo si è riflesso nei suoi risultati nella corsa per il titolo di miglior calciatore d'Europa: 5° posto nel 1978 e 6° nel 1979.

Successivamente, insieme a Michel Platini, Zbigniew Boniek e altre stelle, ha fatto parte della Juventus nella prima metà degli anni '80, considerata una delle migliori squadre della storia del calcio. E poi è diventato il capocannoniere della Coppa dei Campioni nella stagione 1982/83...

«Inizialmente non volevo fare il difensore. Chi voleva giocare in difesa dopo aver visto l'attaccante Paolo Rossi segnare sei gol nel Mondiale del 1982»? Sono parole dell'italiano Fabio Cannavaro, campione del mondo e vincitore del Pallone d'Oro nel 2006 che testimoniano l’impatto emotivo che ebbero le gesta di Rossi in campo.

«Un gol, quando arriva, è come la manna dal cielo per un attaccante. Ti dà una nuova prospettiva di vita«. Lo stesso Rossi la pensava così.

Anch’io ho la mia piccola storia con Paolo Rossi. Da bambino, quando giocavamo a calcio, per la leggera somiglianza del mio nome con il suo cognome, i ragazzi mi chiamavano Rossi. Ho guardato le partite dei Mondiali del 1982? Non lo ricordo, ero piccolo allora.

Il mondo del calcio ha detto addio a Paolo Rossi nel 2020. Chi non lo ha visto giocare dal vivo ricorderà il suo sorriso affascinante in foto e video.

Rasim Movsumzadeh, giurato per il Pallone d'Oro