Opinione

Né con Putin, né con Trump per una Difesa comune europea!

L'opinione di Franco Oriti, dottore in Scienze Politiche Internazionali e membro del Comitato ticinese del Movimento Europeo Svizzero (MES)
©Pablo Martinez Monsivais
Red. Online
20.03.2025 15:18

Tre anni dall’invasione di Putin in Ucraina e tre mesi di presidenza Trump hanno trovato impreparata l’Unione Europea (UE) e si rimette in gioco il destino di tutto il continente europeo che per oltre 70 anni ha vissuto in pace incrementando il proprio benessere.

Ora, dopo 70 anni (vi ricordo il fallimento della CED, Comunità Europea di Difesa, nel 1954), l’UE si rende conto della propria debolezza in materia di sicurezza e di difesa del proprio territorio e ancora meno lo sono i singoli Stati membri, timorosi e divisi di perdere l’appoggio americano, pur sapendo di non potersi più fidare.

Il dilemma, quindi, oggi per l’UE è: subire, cercando di placare l’aggressività statunitense e russa, o reagire, mobilitando la politica e le risorse europee per rendersi autonomi sulla propria sicurezza e difesa e per difendere sempre le già conquistate e affermate libertà e democrazia europee?

Reagire passa, innanzitutto, dalla Difesa comune europea; intendiamoci, mai per attaccare bensì solo per difendere i confini dell’UE. Benvenga, quindi, il riarmo europeo e l’ammodernamento industriale e tecnologico degli strumenti di difesa e sicurezza sotto un unico coordinamento (UE o altra entità sovranazionale che sia da costituirsi democraticamente senza diritto di veto e con risorse proprie) dove i suoi Stati membri (includendo Regno Unito, Norvegia, Svizzera, Liechtenstein, Principato di Monaco, San Marino, ecc.) accettino di delegare ad un Comando unico militare la materia di sicurezza e difesa.

Attualmente, la difesa europea è basata sul coordinamento tra singoli Stati, ispirandosi alla NATO (messa ora in discussione dallo stesso Trump), dove ogni Paese mantiene il controllo delle proprie forze militari. Questo modello non permetterà mai di superare le divisioni nazionali e continuerà a mantenere debole l’UE. Per questo gli Stati più determinati, con Regno Unito, Francia e Germania in testa, dovrebbero avviare al più presto iniziative concrete per la nascita di un nucleo militare unico di difesa europea.

Ciò implica riforme essenziali nel bilancio, nei meccanismi decisionali e nei poteri delle istituzioni europee, aprendo la strada ad un’Unione comune di difesa militare federale.

Gli europei devono trovare al più presto la volontà politica per reagire alla nuova linea americana e fermare Putin, evitando un allargamento della guerra e avendo in mente solo un immediato “cessate il fuoco”. Questo implica mobilitare le risorse disponibili e avviare rapidamente un’integrazione di difesa comune tra gli Stati più determinati, per rafforzare la sicurezza e l’autonomia europee magari con un nuovo mini-debito europeo per finanziare la produzione di armamenti e l’esclusione delle spese per la difesa dal calcolo del deficit e del debito; questi rappresentano sicuramente un primo passo verso un riarmo europeo, ma è importante sottolineare che sarà solo per una Difesa comune interna europea e deve essere di natura federale, a maggioranza qualificata, con risorse proprie e con organi sovranazionali eletti democraticamente dagli Stati membri.

Dall’ideologia MAGA (Make America Great Again!) dobbiamo noi europei rispondere e imporre MEG (Make Europe Great!) per sconfiggere gli antidemocratici, i nazionalisti e i razzisti e per continuare a imprimere la solidarietà tra i popoli europei per non perdere definitivamente la pace e la solidarietà europea e per non far indietreggiare il benessere (tenore di vita) e la democrazia in Europa.

I cambiamenti climatici, le migrazioni, gli attacchi informatici alle pubbliche amministrazioni, la proliferazione e il pericolo nucleare sono all’ordine del giorno e interferiscono sulle nostre abitudini quotidiane; quindi, è necessario avviare subito forme di convergenza e di cooperazione tra Stati europei.

L’Europa oggi si trova di fronte a una scelta cruciale imminente: proseguire verso la sua integrazione pacifica tra i suoi popoli o subire i comportamenti autoritari di Usa e Russia?