Tra il dire e il fare

Parenti serpenti e suggerimenti

Proprio partendo dai parenti ci sia concesso qualche consiglio non richiesto, anzi uno in particolare
Alessio Petralli
Alessio Petralli
11.12.2023 06:00

È ormai cominciata l’apprensione per il Natale in arrivo. C’è chi, non avendo fatto l’albero o il presepe la scorsa festività dell’Immacolata, già si sente un po’ in colpa. Figuriamoci l’inquietudine di chi deve far quadrare con il bilancino gli inviti per pranzi e cenoni vari sul complicato palcoscenico, che ci porterà fino alla Befana. L’esercito dei single e delle tante famiglie di tutti i tipi è particolarmente in ansia. Insomma la società tutta non è tranquilla ma è come minimo affannata. Speriamo che questo periodo se ne vada in fretta senza spiacevoli incidenti dovuti alle più svariate cause: dalla neve sulle strade ai regali sbagliati, dal manicaretto venuto male alle incomprensioni fra parenti. E proprio partendo dai parenti ci sia concesso qualche consiglio non richiesto, anzi uno in particolare.

È un capolavoro sottovalutato. Lui è fra i maggiori registi italiani di sempre. Il film in questione, pur essendo di una tristezza infinita, vi farà ridere tanto e vi farà sentire in ogni caso migliori. Non che ci voglia molto, poiché fra i protagonisti vi sono quattro figli, due sorelle e due fratelli, che è meglio perdere che trovare. Ma intanto i vecchi genitori ogni anno per le feste se li vedono piombare da lontano tutti e quattro, relative famiglie comprese, nella vecchia casa dove tutta la prole è cresciuta. E naturalmente hanno inizio i mille amarcord, con la nonna che nel frattempo tiene in piedi la cucina mentre il nonno, più che insidiato dall’Alzheimer, intrattiene tutti facendosi compatire.

Questo film può essere letto almeno su due livelli. Il primo, scontato, vede i figli pieni d’amore finché i vecchi genitori tengono botta, facendo trovare la casa sempre calda e la cucina sempre aperta. Quando però l’aiuto genitoriale viene meno, anzi chiede esso stesso aiuto, le cose si complicano maledettamente.

C’è però un altro livello di lettura che il regista di Parenti serpenti (reperibile gratis in rete), il grande Mario Monicelli, aveva consegnato a una lunga intervista che purtroppo non riusciamo più a ritrovare. La sostanza però era chiarissima (il film è del 1992; l’intervista di qualche anno dopo): perlomeno in Italia, ma mettiamoci pure tranquillamente il nostro bel Ticino, non ci sono più veri uomini. Al di là di che cosa sia un «vero uomo», possibilmente senza virgolette, il discorso è purtroppo molto attuale e l’ammonimento di Monicelli pure. La colpa per i veri uomini che non ci sono più è soprattutto delle mamme, che allevano figli smidollati fin dalla più tenera infanzia. Mammolette viziate e accudite da madri apprensive, quando non nevrasteniche, spesso sposate a padri imbelli che concorrono a sgradevoli ricadute sui malcapitati figli, già allora sempre più spesso unici. È il caso della voce narrante del film, bimbo delle elementari con l’incombenza di dover scrivere il tema su «Le mie vacanze».

Materiali e spunti non mancano, ma noi ci fermiamo qui, con due suggerimenti per il 2024, che sarà l’anno delle intelligenze artificiali, di cui siamo tutti un po’ stufi di sentire parlare in lungo e in largo. Bisogna invece andare in profondità e quindi, per provare a capire, un suggerimento riguarda il bel libro di Gino Roncaglia appena uscito da Laterza e dal titolo accattivante di L’architetto e l’oracolo. Sottotitolo esplicativo: «Forme digitali del sapere da Wikipedia a ChatGPT». Basterebbe leggere le prime tesi generali delle nove tesi di Roncaglia, esposte in nove pagine, per cominciare a capire davvero qualcosa sulle intelligenze artificiali generative.

E, sempre per capire, una conferenza prenatalizia con il più alto funzionario dell’Esecutivo europeo che si occupa di regolamentare l’intelligenza artificiale, che di regole ha bisogno come il pane se non vogliamo faccia la stessa fine dei social, spesso funesti proprio perché sregolati. Si tratta di Roberto Viola, direttore generale della DG CONNECT della Commissione europea, che sarà a Lugano lunedì 18 settembre alle 18 (nella Sala polivalente USI-SUPSI del Campus Est di Lugano-Viganello) per ritirare il Grand Prix Möbius 2023 per l’intelligenza artificiale al servizio della società. Viola racconterà che cosa sta facendo da tempo l’UE per regolamentare l’intelligenza artificiale (nonostante i recenti successi il viaggio è ancora lungo!), tenendo presente anche il ruolo della Svizzera, che ha una sua agile e collaudata capacità di regolare tempestivamente i terreni infidi e scivolosi quali quello in questione. Anzi, meglio usare il plurale per quelle tante intelligenze artificiali che sono qui per restare nei campi più disparati.

USA e Cina osservano con rispetto e interesse ciò che succede nell’Unione europea che sa legiferare. La Svizzera, che in maniera lungimirante ha appena lanciato «Swiss AI» per un’intelligenza artificiale trasparente e affidabile (basata sul nuovo potentissimo supercalcolatore «Alps» a Lugano!), deve fare altrettanto. Ma se regole sono indispensabili, lo è pure l’innovazione. «Come tenere nella debita considerazione le esigenze della società civile, dell’industria e delle università?». È una delle otto domande alle quali Viola ha promesso di rispondere.