Il commento

Russia, declino economico

La Russia fa parte dei grandi Emergenti, dei cosiddetti BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), ma di questi è il membro che per alcuni aspetti più ha deluso – È 11.ma nella classifica mondiale dei PIL nominali ma è 63.ma nella graduatoria dei PIL pro capite
© KEYSTONE (AP Photo/Dmitry Serebryakov)
Lino Terlizzi
Lino Terlizzi
08.07.2023 06:00

Dal punto di vista economico la Russia è in una situazione di lento declino. Lento, ma declino. Le cifre sulla crescita russa nell’ultimo decennio indicano una media al di sotto di quella mondiale e ora ai problemi già esistenti si sommano quelli legati alle sanzioni occidentali, a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. Come sempre, occorre non confondere l’indubbia ricchezza di alcuni segmenti economici e politici con il quadro generale di un Paese che è cresciuto nel complesso al di sotto delle sue potenzialità. E che ora sente anche il peso della guerra, drammatica per le perdite umane anzitutto e poi negativa anche sul versante economico. Se l’invasa Ucraina è devastata, la Russia che ha invaso dal canto suo non trae vantaggi.

La Russia fa parte dei grandi Emergenti, dei cosiddetti BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), ma di questi è il membro che per alcuni aspetti più ha deluso. Agli Emergenti non possono bastare i tassi di crescita dei Paesi già molto sviluppati, dovrebbero stare sopra la media globale, per guadagnare terreno. Ma secondo i dati dell’OCSE tra il 2013 e il 2022 l’aumento del Prodotto interno lordo russo è stato inferiore alla media mondiale in ben nove anni su dieci. L’eccezione c’è stata nel 2020 pandemico, quando il PIL della Russia è sceso meno di quello globale. Nel 2015, anno di crescita mondiale, Mosca aveva già dovuto registrare una recessione annua. E nel 2022, con l’invasione dell’Ucraina, per la Russia c’è stata un’altra recessione annua, pari al -2%. Ora l’OCSE prevede altri due anni di segno negativo per il PIL russo: -1,5% nel 2023 e -0,4% nel 2024.

La Russia è 11.ma nella classifica mondiale dei PIL nominali ma è 63.ma nella graduatoria dei PIL pro capite (dati FMI). Dopo la caduta dell’URSS sono stati introdotti alcuni elementi di economia di mercato, ma la presenza dello Stato e l’intreccio tra politica ed economia sono ancora forti in Russia. Dotata di ampie risorse per quel che riguarda le materie prime, la Russia conta in questo settore ma non è riuscita ad allungare il passo in termini di crescita più generale. Influiscono il fatto che la concorrenza e l’economia di mercato trovino limiti rilevanti nel Paese e che gli spazi di democrazia non siano adeguati. Della Russia alcuni hanno detto che è «gigante militare, nano economico»; l’espressione è forse eccessiva nella seconda parte, ma è vero che la potenza economica russa è molto al di sotto di quella militare.

Molti sono convinti che le sanzioni economiche occidentali abbiano un effetto inesistente, ma non è così. Le sanzioni, se sono estese e se durano nel tempo, erodono gradualmente l’economia del Paese che ne è oggetto. Da sole non bastano, ma contribuiscono. E l’affermazione secondo cui la Russia sta aggirando interamente le sanzioni grazie a Paesi amici è esagerata. In parte ci sta riuscendo, ma in larga parte no. L’abbassamento dei prezzi di petrolio e gas naturale rispetto ai picchi dell’anno scorso sta inoltre incidendo in modo importante sui conti russi. Tanti tra i sostenitori di Mosca avevano detto che il rublo avrebbe comunque retto bene, nonostante guerra e sanzioni, ma in questi mesi la valuta russa ha registrato nuove discese. Il fatto che l’economia russa vada male non è di per sé un motivo di soddisfazione per l’economia internazionale. Ma è un’altra rilevante conferma del fatto che il modello politico ed economico lì instaurato non funziona bene. La pace in Ucraina con il ritiro delle truppe russe è un auspicio umanitario e geopolitico per l’immediato. Un cambiamento che porti anche più mercato e più libero scambio in Russia è un auspicio politico ed economico per il futuro.  

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